38o raccolte «lai Tiepolo : ma se pure con migliori prove constasse la cosa rlel Corpo a Fronte di quanto il Corner (26), ove parla della chiesa Veneta di sant’Antonino, ha creduto di allegare , e se non esistessero delle memorie clic le quattro ligure di porfido provengono piuttosto da Costantinopoli, sarebbe però sempre indubitato che il masso di pietra del Battisterio fu condotto a Venezia dal Doge Vital Michiele fin dall’ anno 1097- Imbarp&to adunque il tutto, incatenati o legati i prigionieri e ripartiti sulle galere e sui navigli, il Tiepolo col figlio del doge Renier Zen fece sciogliere le vele, e si diresse verstf la patria, della quale dopo non lungo viaggio rivide felicemente i lidi. La voce della comparsa dell’ armata vincitrice si sparse come un fulgore per la città , poiché il popol tutto avea presa la pili viva parte in quella tenzone. Ebbri di gioja correa-no a migliaja 1 cittadini ad incontrare i vincitori, gli amici, i parenti. Se Roma e Cartagine furono di sovente spettatrici di più magnifici ingressi trionfali, non ne avranno però giammai goduto uno nè più clamoroso , nè più giulivo per sentimento di patriotissimo. L’ aria eccheggiò dalli mille volte ripetuti viva, mentre il movimento spruzzante d’infinite picciole barchette che andavano incontro ai vincitori, ed il romoroso solcare dell’ onde, e le percosse degli innumerevoli remi delle galere che s’avanzavano, producevan quell’imponente fragore che può ben sentirsi, ma non descriversi appieno. Amerei di paragonare in qualche modo quella festa, dirò così, Net. tunica, con quella pur unica, di cui a’nosiri giorni godemmo, quando Venezia quasi tutta animata mai sempre da rinascenti speranze andò giuliva ad incontrare e seguitare quel fluttuante palagio fatto riccamente eseguire dalla Camera di Commercio, donde splendevano, ben piìi delle mille accese faci , gli augusti e benigni sguardi quelli che (lai Cielo sono e saranno destinati a ristaurare la nostra sorte (27) . Così dunque s’avanzarono per la laguna 36 galere Venete che rimurchiarono 25 delle prese Genovesi, dalle quali, volte colle puppe in avanti, pendevano e venivan strascinate per l’acqua le abbassate bandiere (28). La Nave Ammiraglia diede fondo dinanzi al grande Brolo, o Campo di s. Marco, e presso di lei quella del fielio del doge Zeno . La Signoria preceduta dall’ argentee trombe , discendendo dal palagio va ad accogliere i vincitori . Smontato il sempre serio c taciturno , ma questa volta ilare Ammiraglio depone ai piedi del doge il bastone del comando, additando in pochi accenti i trofei ottenuti, esposti dall’alto dei legni, che ben eloquenti testimoni sono della sorte di s. Saba, e del possesso d’ Akri. Indi rivolgendosi al doge ed ai padri, rac. comanda alla loro clemenza i valorosi prigionieri che vennero fatti sfilare e fra questi i famosissimi nobili Zaccaria, Pasquetti, e Lomeflini. Gli sguardi del popolo non poterono mai saziarsi nei più preziosi oggetti che contornavano i trofei, ecl il doge baciando il grande capitano e 1’ amato figlio rendeva a quelli i dovuti elogi , decretando col voto unanime dei padri, ricco premio ai vincitori, e che per eterna memoria di così strepitose vittorie (29): (26) Flaminio Cornaro. TLccles. Venetae Divi Antonini. (27) La sera di santa Maria 1825. onorata dalla presenza delle LL. MM. II. RR. AA. (28) Cronaca Sivos indicata. (29) Yianoli Parte I. pag. 517.