19 furono stabilmente, o acl onorare la memoria di alcuno, o a rammentare un fatto. Vede quindi ognuno che escluse ne vengono: i.° le veneziane inscrizioni temporarie, quelle cioè che ogni qual tratto a stampa, o per iscritto veg-gonsi uscire a celebrar qualche avvenimento pubblico, o privato: 2." le veneziane inscrizioni, che nelle altre città dello stato nostro o degli altrui rimangono: 3-° le inscrizioni anteriori al mille, le quali o dall’antichissima Venezia terrestre e marittima, o dalla Grecia, o da Roma, o da altri luoghi trasportate qua vennero. Quanto alle temporarie, fraJle quali molte furono e sono pur oggi dettate da dotti uomini, queste sole formar potrebbero materia ad ampio volume, laddove possibil fosse il raccoglierle , e oltrepassati non fossero i confini che mi sono prefisso. Ho già detto davanti che quelle, che trovansi nel Palfero, e che io credo temporarie, hanno luogo nella mia raccolta, e son quindi una eccezione alla regola; e non escludo allatto alcuna altra fra le temporarie, inserendole nelle annotazioni, ove servano ad illustrare il soggetto della inscrizion principale. Quanto alle seconde, non v’ ha dubbio che interessante non meno ne sarebbe una collezione: imperciocché mandato avendo la repubblica rettori in ogni tempo nelle suddite città, e regioni , ed avendo i veneziani, o per cagion di commercio, o per ambascerie ^ 0 per vaghezza girato , e fermato stanza dappertutto, accadde a moltissimi di avere, al compir de’reggimenti, delle onorarie lapidi, o di averne di sepolcrali, se colà, dov’erano, morirono. Ma quanto bella, altrettanto difficile impresa sarebbe il raccoglierle ; difficile a me specialmente, cui qualche giorno soltanto è fra l’anno concesso di poter per le soggette terre girare. Il ricopiarle da’volumi non sarebbe cosa dicevole, quando ne sussista il marmo, senza un riscontro sopra luogo. Oltre di che manchevol d’ assai 1’ opera ne verrebbe, per quelle lapidi, che allo scioglimento della repubblica cancellate vennero dal furor democratico nelle molte città e terre del- lo stato; e per quelle altresì, che il veneto governo prima anche dell’ ultima epoca ordinato avea per sue viste politiche che levate, o scarpellate fossero . Del qual danno la città di Venezia anche ne’ fatali momenti uscì libera. Delle greche, e romane e delle altre antiche ragionando, conosco io bene siccome stato sarebbe questo un nobil fregio al quadro che presento ; ma forse io serberollo per giunta, compiuta che sia l’opera, che oggidì a pubblicare intraprendo, se però altri frattanto, o in tutto, o in parte queste antiche inscrizioni raccogliere ed illustrare non volesse: al quale, quanto è in me, agevolerei ben volentieri il lavoro. E in vero, chiunque questo argomento a trattar si ponesse, di grandissimi ajuti troverebbe: imperciocché non avvi chi ignori come il genio di raccor anche lapidi antiche sparso siasi di buon ora fra’ veneziani. Uno de’primi si fu Giovanni Marcanova letterato nostro del secolo XV, il quale le raccolse, e trascris-aele fedelmente in un pregevolissimo codice descritto dallo Zeno ( Dessert. Vossiane T. I. p. 14^). Poscia Andrea santa Croce sotto il ponti-