23 quale, salvata la pelle in Serbia, non desisteva di creare qui ed altrove gravi intoppi al nuovo Governo. Il 17 di giugno in Albania a Tirana si formò il nuovo gabinetto. Monsignor Arcivescovo Fanoli alla testa con Sulejman-Delvina, Kasem-Qafézezi, Luigi-Gurakuqi, Regep-Shala, Vinjahu, Qasim-Koculi. Ma in un capo di governo non ci vuole solo oratoria, è necessaria pure la prudenza e questa all’Ar-civescovo ortodosso mancava. Sia presso la Lega delle Nazioni, sia neU’interno dell’Albania la sua politica può compendiarsi in questa semplice frase: «Fallimento all’esterno, rovina all’interno». Arrivò a tanta amenza da condannare i partitanti di Ahmeti e di approvare la satrapica legge di internare i sospetti contro l’attuale governo. Se per un caso impossibile si potesse accumulare i malanni dei singoli ministeri precedenti, il mucchio di Fan-Noli in cinque mesi da solo li sorpasserebbe tutti uniti. Pareva facesse di tutto per aprire la via al trionfo di Ahmeti e questi a dire il vero non si fece aspettare. Lungo e stucchevole riuscirebbe il narrare i detti ed i fatti dei due partiti dell’opposizione e di Ahmeti fuggiasco : le ingiurie, le maledizioni, gli improperi che si scagliavano a vicenda. Per la storia merita di non essere dimenticato un articolo stampato sul famoso «Ora e Maleve» che traduco alla lettera e lo accenno appunto per far conoscere la vivacità e l’acrimonia degli spiriti di allora. ORA E MALEVE» - Scutari 13 dicembre 1924. «L’ultima cartuccia di un disperato». «Il disperato è Ahmet-Zogolli, il conte che non potè farsi principe! Esser creato principe, se non del tutto principe almeno presidente di repubblica, ed almeno almeno un dittatore. Questo fu ed è lo scopo del conte di Matia. Onde arrivare a questa meta la sua sconfinata ambizione non guardava a mezzi di sorta; per questo piano tutto devesi sacrificare, perfino a costo che si facesse o si avesse da definire una Alba-