SAN DANIELE. ferma la cosa stessa, allegando 1’ autorità del Cornaro ( Mem. Venete T. VI, p. 4° )• Amministrata ottimamente per quarant’ anni la chiesa, il Nicola mori nel 1225. Vedi 1’ U-ghello ( T. V, col. 12^7, ec' ) e il più volte citato Cornaro nel T. Ili, p. 17, 18, 45, 4’> i3o , ec. T. IX , p. i37. T. XII, p. 4^4 T- XIII, p. 22, ec. 226, T- XIV, p. 8i, 111, 121, 124, i5o, ec. delle Venete Chiese, e nelle Notizie storiche p. 8, 9, 232, 3 ) 1, ec. Vedi pure l’Orsoni, che richiama alla memoria le cose dette dal Cornaro, nella Se rie y ec. p. 20, 21, 22. Osservo che il Cornaro in alcuni degl’ indicati luoghi dà il cognome nicolai al nostro Marco, ma e dalla epigrafe presente e dal sigillo plumbeo che recasi nel T. XIII, p. 23 delle Chiese Venete, che son contemporanei, 10 tengo che il cognome fosse veramente ru-«or.\, che tal pure è nelle Cronache o Memorie de’ patrizii, e mn già nicolai . Albe(ito Rezvto, o da Regio è il vescovo di Brescia in questa epigrafe nominato. Eravi stato eletto nel i2i5 . Quest’uomo che ai uni con numeroso esercito contra’ Saraceni verso Da-miata con Arrigo da Settata arcivescovo di Milano; che acquetò le civili discordie de’ suoi concittadini Bresciani; che udì chiamarsi col nome di Pater Patriae , risplende meritamente nella patria sua fra gl’illustri prelati. Fu poscia promosso al patriarcato di Antiochia, e mori circa il I245- Vedi ilCavriolo nelle Storie Bresciane ( a. i2i3, p. 97 . ediz. 174I" ) righelli nell’Italia sacra ( T. IV, p. 546 ), il Gradenjgo nella serie de’ vescovi di Brescia ( p. 289, ec.) al quale fu ignota questa Veneta iscrizione; il Muratori, Annali d'Italia ( anni 1219, 1220, 1221). Nicolò M\t,tiuverso d’ illustre Vicentina famiglia eletto nel ]2i5 alla sede vescovile- di Reggio in Lombardia, venne nell’anno medesimo destinato amministratore della chiesa Vicentina, e stette vi fino al 1219, in che fece ritorno alla sua sede. Ecco il perchè nella lapide chiamasi ( benché impropriamente) col duplice titolo di episcopus vicentinus, et reginus, mentre da certissimi documenti è provato che altro non era se non se amministratore deU’episcopa-to Vicentino. Di quest’Momo forte e nato alle difficili imprese; accetto all’imperator Federico 11 appo il quale più d’una volta fu oratore per la pace tra esso e il pontefice; accetto pure ad Onorio HI che inviollo ambasciatore in Oriente per recare ajuto a" Cristiani contra’ Sarace- ni ; che fu mediatore della pace tra’ Bolognesi e’ Modenesi sotto Gregorio IX, e che mori del 1241-) veggasi l’IJghello ( T. II, col, 3oS ) nella serie de’ vescovi di Reggio; il Riccardi ( pag. 80, 81, ec. ) in quella de’ vescovi Vicentini ; 1’Orologio ( p. 118) in quella de’Canonici di Padova, ec. Filippo Padovano (Patavinus) abbate di Pomposa, fu fatto vescovo di Feltre e di Belluno nel 1209, il quale perseguitato dal popo- lo Trivigiano, perchè difendeva i diritti del suo episcopio, si rifugiò presso Onorio III, e mori del 1223, oppur del 1227. Gli successe Ottone da Torino lino al 1241 • Così P Ughellì nel T. V. ( col. i58, 071 ). Il Piloni pone Filippo a vescovo di Belluno dal 1211 al 1228, e lo fa morto nel 1227 ( Storia di Belluno, Vene-zia 1607. in principio, e pag. io4) e dopo lui mette fino al 124° Odelo ( ossia Ottone) Torinese . Ma se stiamo al Bonifacio ( Storia di Trevigi p. 161, 164, ec., ediz. 1744) e Ber-tondelli ( Storia di Feltre, p. 54, 55, a5i Filippo padovano fu eletto nel 1210 a vescovo di Feltre, e morì nel 1210; in suo luogo si fece il detto Ottone da Torino, sotto di cui nel 1217 ‘si riaccesero le differenze tra’ Trivigiani e Fel-trini-Bellunesi; e nel 1220 era vescovo un altro Filippo : cosicché sembrerebbe che del 1219 il vescovo indicato in questa lapide fosse Ottone e non Filippo . Io peraltro m’ attengo alla cronologia dell’ Ughelli, e credo che un solo sia quel Filippo vescovo di Feltre, il quale nel 1219 sisari trovato in Venezia appunto per l’argomento delle zuffe giurisdizionali di que’ popoli ; tanto più che in questo medesimo anno e per lo stesso oggetto il patriarca di Aquile]a scrisse ad Angelo Barocci patriarca di Grado,, perchè procedesse contra la inobbedienza de’ Trivigiani che furon sottoposti perciò alle ecclesiastiche censure confermate anche da Onorio III , come il Bonifacio (p. 170) e il Berton-delli che il copia ( p. 56) narrano nelle anzidetto loro storie. Mauco vescovo Sitiense (Sythiensis) nell’isola di Candia del 1220 donò all’abbadessa e al monastero di san Marco degli Amiani ( antica, oggi distrutta, isola ne’ veneti estuarii ) il monastero di san Nicolò, posto nella diocesi Sitiense. Dice Flaminio Cornaro ( Cretae sacrae T. II, p. 122 ), che forse questo Marco è quel desso che intervenne nel 1219 alla consacrazione di questa chiesa di s. Daniele.