80 Mark-Nika tutti di Shoshi e Pai-Mirashi col suo fratello di Lotai. Nulla di valoroso operarono costoro: solo fuggire da monte in monte, da caverna in caverna quasi per due anni. Il sottoprefetto dei Duka-gini fece il possibile per persuaderli a consegnarsi. La Jugoslavia coi rivoluzionari che stavano fuori dei confini dell’Albania, li ingannava asserendo che sarebbe prossima una azione di guerra contro 1* Italia e l’Albania e dava loro la sovvenzione di Korone 100 al mese. Intanto il nome d’Italia veniva propagandosi tra queste tribù e con ciò il suo prestigio, la sua influenza. Stanchi della vita difficile, che dovevano condurre nel gennaio del 1928 in una gita della Croce Rossa Italiana, per mia cura ed intromissione come controllore della Croce Rossa italiana-albanese si consegnarono al Dott. Bonfiglio capitano della stessa, il quale per mezzo del suo governo alleato con Ahmet-Zogu, aggiustò la faccenda con piena soddisfazione di tutte e tre le parti. A proposito della Croce Rossa Italiana devo aggiungere quanto segue: Nel 1926 si fecero sentire nella bassa Albania, e specie nella prefettura di Durazzo delle scosse disastrose di terremoto. Vi accorse la Croce Rossa d’Italia e dall’autunno del 1926 al maggio del 1927 si impiegarono somme vistose per salvare dalla morte popolazioni intere. L’anno 1927 fu infelice per tutta l’Albania. La siccità distrusse i raccolti: da qui la carestia specie tra i Dukagini. La desolazione della guerra di rivolta immiserì la popolazione. Era da attendersi un’epidemia per mancanza di cibo, di vesti e di coperte. Nel crudo inverno tra montagne alte assai (3) non si avrebbe tra i montanari trovato un coltrone da ripararsi. Avuto notizia il Governo Italiano del presente pericolo, per suggellare l’alleanza offensiva e difensiva conchiusa con l’Albania, mandò la sua Croce Rossa a beneficiare i Dukagini ed i paesi della prefettura di Scutari. Si diceva che le spese fatte ascendevano a quattro milioni di lire italiane. Per for-