,8a S. ANTONIO. taro fatta dal Pisani, ed è di mano di Andrea Vicentino . Nella Sala poi del maggior Consiglio abbiamo pinta da Paolo Veronese la vittoria riportata e dal Pisani e dal doge sopra i Genovesi . La presente inscrizione fu salvata dalle ruine del tempio , e collocata nella Sala dell’Armi dell’Arsenale . Ivi è anche la statua pedestre, la cui incisione vedesi premessa al libro del Mo-lin. Le Ceneri furon raccolte dal Veneto patrizio Pietro Pisani il quale caldo di patrio e religioso amore fecele collocare nel 1814 in un ora* torio suo a Montagnana. Vi aggiunse il ritratto di Vettore, la copia della presente epigrafe, e e un transunto a stampa dell’ epoche più importanti di questo Eroe, siccome il Pisani stesso gentilmente mi fa sapere . Osservisi che 1’ inscrizione dice ianorvm , e non armokvm come hanno malamente copiato quasi tutti gli scrittori . 3l LEONARDO OTTHOBONO PIETATE INSIGNI. | FACILITATE AMABILI | IN PATRI AM FIDE SPECTATO | LONGA MAGNI CANCEL-LARY PRAEFECTVRA | CVNCTIS PARTIBVS BONI CIVIS EGREGIE FVNCTO | SENIOQ VERIVS QVAM MORBO CONFECTO’ Leonardo Ottobon fu figliuolo di Iacopo q. Ettore della stessa casa cittadinesca che vedemmo alli numeri 6. 7., e che in latino è detta tanto octobona quanto otthqbona . Diede opera ne’primi anni suoi alla filosofia e alla teologia sotto ottimi precettori ; e queste egli apprese con incredibil prontezza; essendosi poi formato delle sacre lettere lo studio suo prediletto per tutto il corso di sua vita. Possedeva molte lingue , ornamento utilissimo per la carriera che calcava delle ambascerie , nelle quali come segretario venne dalla repubblica occupato . In Ispagna essendo appo Filippo II, cui sommamente fu gradito , e avendo dovuto colà lungo tempo fermarsi, s’occupò nel perlustrare tutte quelle provincie e città, e in un volume raccolse tutto ciò che degno gli si è presentato in fatto di monumenti e d’inscrizioni; volume che appo i suoi posteri con somma cura si conservava . Avea già egli percorse le cariche della ducal cancellarla; imperciocché fin dal 1061 erane stato ammesso come estraordinario, nel 1564» ordinario, nel 1570 segretario di prega-di, e nel 1588 segretario de! consiglio de’X. Ma la patria volendo premiare quella fede cb' egli le avea sempre dimostrata ne’soslenuti incarichi, colla suprema dignità del suo ordine , creollo cancellier grande nel 14 novembre 1610 in luogo di Bonifacio Anteimi. Malgrado eh’ egli sorpassata allora avesse 1’ età settuagenaria, nondimeno la diligenza ed assiduità sua era ammirabile anche in questo quanto onorevole altrettanto gravoso ufficio ; nel quale durato essendo per 20 anni, mori nel i65o a’ i3 di novembre , dell’ età sua 88. Avuti i soliti funerali fu interrato in questa Chiesa ed onorato di busto marmoreo e della surriferita inscrizione. Il Tommasini che ne tesse l’elogio (Elogia, Voi. II, p. 289) dà laude all’Ottobon principalmente per la perspicacia dell’ingegno, per la facondia nel dire , per la desterità nel maneggio de’pubblici negozii. Egli poi con errore seguito dall ab. Michele Giustiniani nell’indice della Storia del Concilio di Trento del Pallavicino (ediz. 1797 voi. VI- pag. g5.ov’èanche malamente chiamato Bernardo ), ma dimostrato ad evidenza dal procurator Foscarini ( Lelt. Venez. p. 355) dice che Leonardo fu segretario d’ambasciata al detto Concilio, che in un diario registrò gli atti di esso , le controversie , e le quistioni de’ dottori, e che fu molto accetto a Carlo V : imperciocché 1’ età di Leonardo sarebbe stata solo di anni 22 al Concilio, e quindi troppo immatura per iscrivere con quella erudizione e dottrina che il Tommasini accenna; e attempo della morte di Carlo V , 1’ Ottobon non avea che 16 anni circa. E qui puossi aggiungere che innanzi al Tommasini nessun altro attribuisce all'Ottobon quel diario; e eh’ é facile che lo abbia confuso con Antonio Milledonne, il quale fu veramente segretario dell’ambasciata veneta al Tridentino Concilio , e che scrisse la storia , come già in altre inscrizioni avrem occasione di dire. Al nostro Ottobon poi Giuseppe Bonfadio nel 1616 intitolò una sua latina orazione Ve studiis instituendis Venetorum civiurn quicum-que ad arcana reipublicae sunt adsciscendi, stampata in detto anno. Nella dedicazione richiamando alla memoria la gente Ottobona siccome cultivatrice mai sempre delle lettere e de’ letterati, conchiude che tanto per questo motivo s’innalza 1’Ottobon fra’ gentili suoi, e fra cittadini tutti, quanto li sorpassa nell’ onore e nella dignità di gran cancelliere . L’epigrafe presente si legge fra quelle del Seminario patriarcale non registrata nel Ragguaglio perchè pervenuta dopo che con altre era rimasta nei depositi dell’ I. R. Accademia