— 78 — per prati, per boschi se la svignò alle montagne di Riolli, da qui alle sue, ove rimase occulto fino alla amnistia generale e, lasciando la corda tesa, si salvò e vive. Naturalmente qui pei profani Sant’Antonio dei Miracoli non c’entra. E’ un caso! Babon-Celi era noto in città e fuori per una prodezza fatta avanti quindici anni. Vicino alla cattedrale cattolica di Scutari scannò un suo nemico di Shoshi, il quale gli aveva ucciso un amico, come dicono qui, o un protetto come usiamo dire noi. Con un colpo di coltello gli aveva reciso la carotide. L’aggredito gettava sangue a fiotti e urla insieme. Di sangue freddo, sotto un mantello nero, gettò lungi da sè il ferro omicida, si mescolò ai terrificati dalla tragedia, poi ai viandanti, cheto, cheto come se nulla fosse, passò il posto di guardia della città, da qui a suoi monti in casa incolume. Lassù allora non c’era governo. Ora la provvidenza divina che giuoca nell’universo, permise che lasciasse la testa propiio in quella città che aveva tanto fatto dire di sè. Anche qui un altro caso. I predetti tre di Shoshi furono impiccati nel piazzale detto «Fusha e druve». I loro corpi, tumulati una volta nel cimitero Cattolico della città, col permesso del Governo furono trasportati a Shoshi e sepolti nei cimiteri delle loro ville. I Dukagini accorsero al pianto generale di una settimana e per non dimenticare la memoria di loro li posero tra i canti nazionali. Settantacinque tra i carcerati furono condannati da un anno a cent’uno di reclusione. Nell’occasione che Ahmet-Zogu visitò la città di Scutari, dietro preghiere di uomini influenti, concesse amnistia generale ai colpevoli di delitti politici. Essi sono i seguenti : 1. Stak-Pietri di lbale Milan-Cuni di Celsa 2. Pal-Marash-Kolla di Celsa Ali Ndoja di lbale 3. Zeqir-Cusljia di Celsa l Noz-Kolla di Fierza 7. Mark-Nika di Fierza i Milan Marashi di Berisha