373 sano nostro amico Bibliotecario della Marciana abbate D. Pietro Betlio per avermi co’ suoi consigli diretto per la via più breve a raccogliere notizie opportune, laddove il ristrettissimo mio tempo m’avrebbe di molto fatto ritardare, non avendo osato di comunicare ad alcuno le mie idee su ciò concepite . Fra gli storici stampati posteriori al Dandolo mi servi di molto la storia di Alessandro Maria Vianoli (3) nobile veneto, essendoché essa si diffonde sui fatti relativi alle colonne, e contuttoché colorisca le descrizioni con fantasia alquanto poetica, s’attiene però più d’altri alla verità . Mi giovò poi di guida principale la Storia politica della Repubblica Veneta dell* illustre le Bret stampata a Lij isia in lingua tedesca nel i/6g, opera a Venezia appena conosciuta, preziosa però perchè con istorica imparzialità e sommo criterio estesa sulle orme del Laugier, ed in queste nostre lagune medesime, durante il lungo soggiorno diplomatico dell’aqtore, il quale amicissimo de’ letterati.tutti che fiorivano in quel tempo venne assistito nelle sue assidue ricerche dal rinomato Custode della Marciana signor Zanetti. ( Sofferite adunque che io vi dia tutta in ristretto la parte storica da me raccolta rapporto a queste colonne, nè sorprendavi se la incomincio dalla stessa Città ove esse si trovavano, mentre osserverete che ciò si rende in qualche modo necessario per quelle stesse ragioni che prescrivono al pittore di dare almeno in lontano il prospetto della località propria al soggetto del suo quadro . San Giovanni d’Akri da dove per concordanza di tutti i nostri Scrittori quei due stipiti pervennero, è città antichissima, nota nei tempi più remoti col nome di Ako, Aka, Accon, Akon, Akra, Akron, Akadin, indi venne chiamata Ptolemais, Tolemaide; c sotto i Romani Colonia Claudia. Essa è posta in quella parte della Siria che in addietro era appellata Fenicia, e giace sul Mediterraneo in forma di scudo triangolare, di cui i due lati maggiori tengono bagnati dal mare . Il Postello dubita che 1 odierno Chajpha appartenesse al suo circondario; pare però che questo fosse l’antico Porphy-rium. Akri è distante a sole otto ore di cammino dalla pur un tempo famosa Tiro, tredici daSidonia, e trentasei da Gerusalemme. Una bella e fertile pianura, òhe si stende dal monte-Saron a quello diCarmel, la circonda. Allorché venne divisa laPalestina, essa toccò per decisione della sorte al Ramo di Asser, il quale però non giunse mai a possederla, perchè non fu possibile scacciarne i Cananei che ab antico l’abitarono. Alessandro Baia re della Siria, creduto figlio di Antioco l’Epifane, la creò Seggio Reale. In quell’epoca Akon era divenuta più che mai rinomata fra le Fenicie città, ed i libri dei Maccabei, di sovente accennandola, raccontano che Tolomeo Filometoro re d’Egitto si portò colà per celebrare con tutta la pompa e lo splendore le nozze di sua hglia Cleopatra col re Alessandro, ed allora le fu imposto il nome di Tolemaide. L’apostolo san Paolo vi dimorò una notte nel suo passaggio a Tiro. E poiché ella contenne un gran numero ilei primitivi seguaci di Gesù Cristo, andò in appresso soggetta a molti Pagelli e cambiamenti. Eusebio Pamhlo descrive le persecuzioni ed i tormenti orribili che sotto gl’imperatori Diocleziano e Massimiano dovettero sofferire in Akon i numerosi professanti la religione del Divin Redentore per essersi allontanati dal culto de- (3) Parte prima , pag. 3i3, 318.