49 - so Pieter-Deda di Lotai di Shala. Lotai e San Giorgio distavano dieci minuti. Cadi o Cielo ! In tale assemblea intervennero anche gli alfieri di Shala, di Sho-shi, di Pulati, di Ghimai. Quello di Shoshi riluttava di nuovo. Si trovò il mezzo onde cacciargliene ogni dubbiezza e perplessità. Si sapeva che stava in broncio col regime di Ahmeti, che lui e gli altri erano irritati perchè temporaneamente si erano ridotte le paghe vistose a 4 napoleoni. Fu loro rinfacciato pubblicamente come non si vergognassero di accettare la paga di un semplice gendarme : poiché se avessero voluto vendicarsi essere loro giunta l’ora favorevole. Furono colti al laccio. Per togliere a loro anche il ben dell’intelletto procurarono loro trenta oke di acquavite e tracannate furono spinti sul pendio del precipizio, della rovina. Scomparve ogni difficoltà. Mi fu assicurato da persone degne di fede che Don Lorenzo Zaka nel convegno di Lotai, scorgendo l’incertezza, la titubanza dei capi nel prendere una decisione, che poteva fruttare la totale rovina del paese, parlava come se fosse stato invasato dal demonio e così prese a dire: «E perchè tentennate a questa gloriosa impresa? Koqe-Téshi ha già preso la Tosknjia con soli cinquecento Kociak; Luigi Santoja e Dod-Ni-kolla con due mila montenegrini da Podgonitza marciano verso Scutari : Koll-Biba e Spiro-Kossova colle tribù di oltre il Drino sono volati a prendere la sottoprefettura e la fortezza di Puka. I turchi di Postripa ci attendono colle braccia aperte a scuotere il giogo dei tiranni. Vili! chi non si alza muoia. Chi non viene con noi a costui gli siano abbruciate le case, tolti, saccheggiati gli averi, mandati in esilio i maschi, le femmine, i bambini. Figli di Scanderbeg, sù. Se voi non vi alzate in armi presto, altri di rinomanza, di stirpe più bassa di voi avranno l’onore di poter dire «Noi pei primi abbiamo liberato Scutari dal tiranno». Altri prenderanno il bottino che era a voi riservato come più valorosi, più vicini. Vi offro diecimila case di mussulmani da svaligiare: vi dò in 4.