S. ANTONIO. Ne,,' angolo della città , che 1’ isola di saut’Elena riguarda, concesse il Maggior Consiglio nel 1334- ,in tratto di palude a Marco Catapan e Cristoforo Irftrigo perchè rendesserla abitabile (Flaminio Cornaro. Eccl. Veti. T. IV. p. 2g4). Ciò fatto , dall’ Istrigo fu eretta una casa di legno ed offerta in dono a frate Giotto degli Abbati fiorentino priore della congregazione de’ canonici regolari di s. Antonio di Vienna in Fraucia , acciocché una chiesa ed un monastero fondasse sotto la invocazione del santo Abbate . Quindi ebbe origine la fabbrica, la cui prima pietra fu posta nel 134-6 ( Inscriz. ì. ). Nicolò Lion procuratore di san Marco, uomo benefico , e del quale più memorie troviamo nelle venete epigrafi, la famiglia Pisani , e la famiglia Grimani principalmente somministrarono soccorsi per 1’ incremento della fabbrica e allora e nel vegnente secolo XV. ( Sansovino. Venetia p. y. Cornaro p. 296. In-scriz. 2. ) . I canonici regolari di s. Autonio abitarono questo luogo fino al 14-7 1 , in cui per alleggerire di numero il monastero de’canonici regolati di s. Salvatore di questa città , il Senato colla pontificia approvazione assegnò a’ monaci di s. Salvatore il cenobio di s. Autonio ( Cornaro p. 299. e Supplenti, p. 264 ) ed essi ¡-istaurarono ed abbellirono la nuova loro abitazione (Inscriz. 4-2). Da quell’ epoca fino agli ultimi tempi dello scorso secolo XVIII stettervi i canonici di s. Salvatore : ma poscia passata la chiesa e il convento sotto il pubblico juspatronato, officiata venne da un cappellano ( Zucchini. Nuova Cronaca Vol.I.p. 137). Pel decreto poi 28 novembre 1806, con cui indicati furono varii conventi da adattarsi per quartieri delle truppe da terra e da mare, per ospitali, magazzini ec. , questo luogo fu consegnato alle truppe di marina; e fu poi nel 1807 , insieme colla chiesa e con tutti i vicini fabbricati demolito e distrutto ; e il terreno oggidì è compreso ne’ pubblici giardini già disegnati dal chiarissimo nostro architetto Giovanni Antonio Selva , e diretti per la educazione delle piante dal ga 1’ Origine delle Feste Viniziane di Giustina Renier Michieli. (Voi. IH. p. 3 01.); e v’ aggiunga il poemetto di Pasqnal Negri intitolato i Giardini di Venezia. Ivi, pel Picotti 1818; e le Lettere sui pubblici Giardini di Venezia . Milano per Nicolò Bet-toni 1820. Parecchi oggetti d’ arte e parecchie inscrizioni , che abbellivan questo Tempio , furono in altro luogo trasportati e conservansi , fra’ quali non sono a preterire li due che negli stessi giardini veggonsi. L’ uno è un capitello che risale all’epo- patrizio Pietro Antonio Zorzi. Chi un’ amena descrizione ne volesse leg-