— 14 — nalmente si ritirarono. Durante questo tempo di battibecchi, d’intrighi, di ciancie parlamentari non si potè attendere a dare un buon indirizzo al governo. Il buon ordine vacillava. Appariva in tutti gli offici incertezza di esistenza, debolezza, perturbazione. La pace comune ne era scossa e quantunque si fosse disarmata la popolazione varie volte, appariva di nuovo armata. Quindi le uccisioni frequenti, le punizioni rare e blande, insufficienti ad incutere rispetto alle leggi, timore delle autorità : le rapine, le ruberie, le birbonerie di ogni fatta all’ordine del giorno. Dai buoni e dagli scellerati si malediva la fraterna discordia, si mandavano al diavolo i partiti, le dissensioni, ed espe-rimentando che l’opposizione tutto prometteva e nulla sapeva ottenere, si raffreddò l’entusiasmo primiero verso di essa, cessarono i sogni aurei fatti e si diede mano, specie tra mussulmani a trattare nell’ombra della notte, di separarsi da un partito ciarliero, come essi lo chiamavano e d’avvicinarsi alle parti di Ahmeti. In Scutari chi portava specialmente le parti di costui erano Mussa-Juka, una volta prefetto, ed il capitano di gendarmeria del circondario Ferit-Frashéri. A costoro si opponeva il dottor Luigi Gurakuqi, il quale trasse al suo volere il generale Regep-Shala, il capitano Raka di Shiroka, vari ufficiali oriundi di Shala Nok-Geloshi, Lek-Marashi, Vass-Kiri, Koll-Seidjia, il parroco di Mazareku Don Lorenzo Zaka, spirito guerresco noto lipis et tonsoribus nell’Albania e fuori. Più tardi a questo coro si aggiunse un giovane sacerdote, Don Lazzaro Santoja, il quale si dilettava di ciceroniana oratoria nell’accendere e conservare il fuoco del partito nelle menti e nei cuori dei suoi connazionali. Era anche segretario di S. E. l’Arcivescovo cattolico. L’«Ora e Maleve» e l’«Hylli i drites» grandinavano. Ogni patriotta sincero voleva rompere una lancia sull’«Ora» ; non si teneva per qualche cosa se non fosse stato o per riff o per raff lodato da essa. Le speranze più forti dell’opposizione erano poggiate particolarmente sui Dukagini. Per onorarli venivano