SANTA MARGARITA. eniano Busignaceo padre di Mauro o Maurizio vescovo di Venezia , secondo che scrive il Dandolo (Pier. Italie. T. XII. col. 179) costrusse la chiesa di santa Margarita, regnante Pietro Tradonico doge eletto nell’ 836. Fuvvi chi il merito di ciò ha attribuito a Mauro il figliuolo; ma al confronto dell’ autorità non della moderna epigrafe che qui abbiamo al numero uno, ma del Dandolo e di una cronaca del secolo XIII più volte dal Cornaro citata, sembra che non possa ammettersi 1’ asserzione di più recenti scrittori. L’antica fabbrica forse in alcune parti ristaurata sussisteva anche a’ tempi del Sabellico, cioè alla fine del secolo XV, il quale loda in essa un vólto dorato sostenuto da quattro colonne di porfido , o di marmo similissimo al porfido (De situ urbis p. 84 t.° ediz. i5o2. fol.); e forse questa è quella grande cappella di musaico che rammenta il Sansovino (Lib.VI. p.88. t. ) la quale per la vecchiezza verso la metà del secolo XVII fu gittata a terra e rifatta in forma moderna , come ne ammaestra il Martinoni (Lib. VI. p. 245) . Allora pure trattossi di rinnovare tutta la chiesa, il che avvenne poi nel 1687 (Martinelli Ritratto p. 4^5. ediz. 1^05. ) e sul modello del Lambrani, dice la Cronaca del prete veneto Pietro Antonio Pacifico (Ven. 1697. pag. 432-) ma la Cronaca Veneta 1777. p. 3oi. T. II. lo chiama Lambranzi . Pretendesi che la prima volta consacrata fosse da Mauro vescovo suaccennato ; ma non ci sono antichi documenti , oltre la nuda asserzione del-1’ Ughelli. È certo poi dall’ inscrizione al num. 1. che nel 1795 ne fu con rito solenne da Monsignor Patriarca Giovanelli, a merito dell’alunno di chiesa Giovanni dottor Piccardi. Era parrocchia di preti, e stette fino alla seconda concentrazione avvenuta nel 1810, essendone il circondario passato sotto la parrocchia di S. Maria del Carmine . Ho potuto esaminare parecchie inscrizioni sul marmo prima che il luogo si desse ad uso della I. R. Direzione de’Tabacchi, dalla quale poscia sgombrato, oggi è tenuto dalla I. R. Direzione del Demanio. Le altre inscrizioni sono parte nel Palfero a c. 64 t., parte nel mss. dell’ Eminentissimo Cardinal Zurla , di cui dissi già nella prefazione, nulla avendo potuto approfittare dalli mss. Gradenigo , Svayer e Curti , i quali non copiano che quelle del Palfero . Di questa chiesa parla fra gli altri il Cornaro nel T. VI. p. 267 delle Venete chiese, il Boschini, il Zanetti ec. Nominiamo fra’personaggi distinti il doge Lodovico Manin , e Teodoro Corraro e le tamirrlie Berlendis, Armario, Antelmi.