86 SANTA MARIA DE’ SERVI nabita nelli Centottanta uomini illustri del Friu- li a p. 64.; dalla Storia letteraria d’Italia moderna ( Voi. X. p. P9. 4°. anno 1707 ); da Giusto Nave a p. del Fra Paolo Giustificato; e ultimamente dal eh. Moschini nella storia della veneziana letteratura ( Vol. IV. p.55). La epigr. dal Bergamini. 193 D. O. M. | EXIGVE OPES | MODICA VIRTVS | ET MINIMVM LVCRI DESIDERIVM |..... Ho veduto questa iscrizione spezzata sul pavimento della chiesa ; ma non so a chi appartenga . >.93 ............ITAE |.....ZOPPETTI |..... VXORI |____OBSEQVEN | P. P. I AN. DOM. MDCGLXXIII Zoppetti . Per cortesia del signor Dott. Antonio Zoppetti ho avuto integra la copia c i questa lapide,ed è: annae maria e \ raitae IACOBI ZOPPETTI | OLIAI VXORI | FILII OBSEQVEN pp | an. dom. MDCCLXXin. Era ella Bresciana, e Giacopo Antonio suo marito di Bergamo venne a stabilirsi in Venezia nel 1700 per esercitare il commercio, e diede origine alle due tuttora sussistenti onorate famiglie Zoppetti. La lapide era in chiesa avanti la porta laterale verso il ponte, e 1’ ho veduta spezzata. 194 M.CCCC.YXVIIJDIE TII. MS DECEBRIS S. SPE-GTABIL. 7 • GNOSI VIRI . DNI . LYCE . MI; CHAEL . Q. DNI . NICOLAI , DE 9FINIO . S. MARIE MADALENE 7 . SVOR . HRD. f.uc\ f. di Nicolò Michiei, è negli alberi Cappellavi, ov’è detto che testò del i424 a’ 20 di agosto. Gli alberi di M. Barbaro, secondo la copia posseduta dal cons. Giovanni fiossi, dicono che testò del 1426 inatti dì pre Francesco Ioris notajo veneto; e ciò conferma anche la copia degli alberi stessi presso il nobile uomo da Ponte, della quale ho sempre fatto uso, se non che ivi è attribuito questo testamento a un Nicolò q. Marco . La lapide dal ms. Bergamini, e dal Palfero. 195 IO ANNI FRANCISCO OTTHOBONO VENETI ARVM PRINCIPIS ARCHICANCELL ARIO MORVM BENIGNITATE DOCTRINA PRVDEN-TIA SEN A.TORIISQVE OMNIBVS VIRTVTIBVS GVMVLATISS. QVEM TOTA CVM LACHRY-MIS CIVITAS GOMITANTE SENATV RE-GVMQ. POTENTISSIMOR. ORATORIBVS AD SEPVLCHRVM PERDVXIT.AN.DOM.MDLXXV. AMPLISS, ILLIVS DIGNITATIS AN. XVI Gianfrancesco Ottoboìv figliuolo di Ettore q. Stefano, era di antica cittadinesca famiglia, la quale nel 1646 venne ascritta al veneto patriziato . Compiuto il corso degli studi, fu nel i524 ammesso fra’giovani estraordinarii nella ducale cancellarla ; del 1.529 fra gli ordinarii ; del i555 eletto venne segretario di pregadi; nell'agosto i 544 segretario del consiglio di X; e finalmente a’ 16 di aprile del i55g ascese alla cospicua carica di Cancellier grande in luogo di Lorenzo Rocca ( ms. de Segreta rii e Cancell. presso il signor consigliar Giovanni Rossi ). Fu chiaro quest’uomo per lo possesso eminente delle lingue ebraica, greca e latina, per la esperienza ed erudizion sua per la vivacità del suo ingegno, per la prudenza ed attività nel maneggio de’ pubblici negozii, in mez zo a’ quali non tralasciava di continuare nello studio delle belle lettere . Ma principalmente fu illustre per la sua eloquenza e per la vasta memoria, prontissima a ritenere qualunque discorso fosse stato fatto da ambasciatori, o da altri personaggi alla presenza del principe, in modo da scriverlo tal quale, come se raccolto stenograficamente . Ebbe amicizia e corrispondenza letteraria sopra varii argomenti e intorno anche alla lingua italiana co’ primi dotti del tempo suo, fra’ quali si conta il Cardinal Bembo, il Navagero, il Cardinal Contarmi, il Commendone, il Guidiccioni, Annibai Caro, Bernardo Tasso, Girolamo Fracastoro ec. Morì a’ 16 di dicembre del 1575 d’anni 60, avendone 16 passati nell’onorevolissimo magistrato da lui con somma integrità sostenuto ; e fu sepolto in sant’ Antonio di Castello con epigrafe onoraria , che fra le altre di quella chiesa vedremo . Plutarco soprattutto era il suo fa-miliar studio , e tradusse di greco in latino alcune vite, siccome ne attesta Iacopo Filippo Tommasini nel T. II. p. 287. Elogia viror. illusi. , ma alle stampe nulla v’ è di lui. I principali autori che ne parlano sono il Sansovino