334 SANTA MARINA. 3 THADAEO VVLPIO IMOLENSI EQVIT PRAEF FORTISS RECEPTAE | VRBIS PATA- VII SACRA D MARINAE LVCE AVTHORI PRV-DENTISS | CARNICAE ORAE PROPVGNAT ACERR EXERCITVS VENETI AD | BONONIAM SERVATORl PRAECIP ANDREAS GRITTVS DVX SENAT | Q5 GRATISS OPTIME SEMPER DE REP VENETA MERITO MONIMEN I AETER-NVM HAC POTiSS SEDE IVRE POS | VIXIT ANIV LX OBIIT i MDXXXIIII IANVAR M DIE XIX Questa bella memoria imperfettamente dal Sansovino e suoi continuatovi, dal Cornaro, dal Zucchini, e da altri copiata, leggesi in marmo fra gli stemmi della Imolese famiglia Volpe; affissa al muro del chiostro del patriarcale Seminario. Essa fu fatta negli ornati ristaurare dal nob. Lodovico Carcano Volpe erede della famiglia stessa. Taddeo Volpe era figliuolo di Uguccio savio d'Imola nel 14^9• Ne’ suoi prim’ anni capitano di fanti diede saggi di grande valore nella guerra de’Fiorentini contra i Pisani: e combattendo sotto le insegne del duca Valentino Borgia mostrò straordinaria costanza nella espugnazione di Faenza, malgrado la fortissima resistenza de’ nemici, e le riportate ferite . Dopo essere stato comandante delle truppe pedestri ed equestri destinate da Giulio II papa al presidio di Bologna, fu preso nel i5og agli stipendii della Repubblica; e venne a lui affidata una compagnia di «avalli grossi, a fine che unito ad altra gente opporci potesse, occorrendo, alle armate dì Giulio stesso, che per li confini nostri scorrevano grandissimo danno recando; e s’ado-prasse a favor nostro nella guerra formidabile di allora. In effetto, aderendo anche alle persuasioni sue, il provveditore Andrea Gritti nell’anno stesso 1609 l’esercito dispose a ricuperar Padova; e nel 17 luglio, come ho sopraccennato, sacro a santa Marina, presa la porta di quella città , spinsesi egli de’primi entro col Gritti, e impadronitisi della piazza, e combattuti alcuni alemanni che v erano, ricuperaron la città che per quarantadue giorni stata era in potere di Massimiliano. Valorosamente anche nel Friuli portossi ( come rammenta la lapide nelle parole CARTUCCE ORAE PROPrGNATOSI ACERRIMO ) difendendolo dalle temute invasioni de’Turchi, essendo stato dato coadiutore nelle cose della guerra a Pietro Marcello; e nell’anno poi i5ii molto ebbe cooperato sotto Bologna nel fugare l’esercito francese nimico, e nel sospingere entro la città gli amici de’ Bentivogli. Per lo che essendosi in tutta quella guerra resa chiara e famosa la sua virtù , volle il Veneto Senato riconoscente premiarlo anche dopo la morte, erigendo la detta inscrizione, e sopra essa una statua equestre di legno dorato al nome di lui . Egli è a dolersi che colla inscrizione conservata non siasi questa statua, il cui fine mi è ignoto . Del Volpe leggi il Bembo nella Storia T. II, p. 61, 124, i2.i, 271, il quale dice che per sedizione era stato dalla patria sua Imola cacciato quando venne al servigio della repubblica; Andrea Mocenigo nella sua storia della guerra di Cambray . (Venezia i544. c. si tergo) ; Pietro Giustiniano ( Hist. ediz. 167 1. p. 486 ); il Guicciardini nel lib. 8. p. 227. ediz. i585; il Giovfò nel Dialogo delle Imprese militari et amorose: Venezia, i55j, 8.°, pag. 87, 88; e principalmente il Compendio della Storia civile, ecclesiastica e letteraria della città d'Imola . ivi mdcccx. Parte terza, pag. 62, ove è un esemplare inciso in rame delia statua equestre suddetta, e della epigrafe, la quale però non va esente da errori : ed ove si dà notizia conservarsi presso gli eredi del guerriero il bastone del militare comando spedito al Volpe dalla repubblica, guernito di tre cerchj d’argento, in Uno de’ quali vedesi inciso il Leone, stemma nostro, col motto THADEVS EQVES A WLPE 1MP. VENETI ; e nell’altro è scritto : anno domisi mdx , e nel terzo evvi effigiata l’impresa del Capitano, cioè una Volpe à bocca aperta col motto simvl astv ET DENT1RVS VTAR . Di Andrea Gritti vedi le inscrizioni di san Francesco della Vigna . 4 M.C.C.C.C.X.X.X.VIIIL ! ADI . XI. DE . MAZO . SEP. | OLTVRA^DE S TOM ! ADO ._CAVAZA. CHE^FO J D. S. FRANCESCHO D LASTRADA . D . SC . MARI l NA . E DI SOI EREDI. | E SOCESORI. Dal ms. Gradenigo io copio questa memoria che in esso è riportata co’ caratteri stessi gotici, come era sul marmo. Essa stava affissa alla parete esterna della chiesa sotto il portico che conduceva al Campanile. Quindi io preferisco la lezione di quel codice a quella del Pai-