16 se , o per lo innanzi sconosciute , o di onore a chi le ha scritte , o per cui furono scritte. Fu il primo che ce le desse più corrette di quelle de’ precessori, perchè videle e copiolle da’marmi. Che se qualche error di parola o di epoca è talfiata scorso, ciò non avvenne, perch’ egli tutta la diligenza usata non abhia, ma sì bene perchè all’ uomo impossibile è il far cosa in tutte parti perfetta; oltracciò all Amico delle belle arti è la Guida sua intitolata, ed egli medesimo nella prefazione fa voti, perchè siavi chi di proposito alla raccolta generale delle viniziane inscrizioni si ponga. Mentre scrivo, due libri per associazione escono alla luce, ambi contenenti epigrafi. Il primo è di Giambattista Soràvia : Le chiese di Venezia descritte' ed illustrate. Venezia dalla Tipografia Andreola 1822. 8vo. Il secondo Collezione de' più pregevoli monumenti sepolcrali di Venezia, ed isole circondarle . opera disegnata e diretta da Antonio Mauro , Pietro Quarena, Angelo Soavi, con illustrazioni del nobile uomo Antonio Diedo segretario, e di Luigi Zandomeneghi professore di scultura nell’Accademia delle belle Arti, e incisa in rame da varii alunni di essa Accademia. Il Soràvia, il cui lavoro è in ispezieltà diretto agli amatori delle belle arti, e del quale finora non vidersi che due parrocchie , cioè quella de’ ss. Giovanni e Paolo, e quella di santa Maria Gloriosa, accresce di poco il numero delle epigrafi già stampate , e pone spezialmente quelle, che a’ monumenti da esso descritti appartengono . L’opera sua presenta, generalmente parlando, molta esattezza nella trascrizione delle epigrafi . Il secondo libro non avrassi mai laudi abbastanza: imperciocché diretto da uomini d’arte, onor reca alla patria, e di studio e di esempio serve a’cittadini ed agli esteri. I monumenti incisi, dei quali cinque fascicoli son già usciti, di poco oltrepasseranno il cento, e molti non hanno inscrizioni scolpite: il perchè assai scarso è per essere il numero di queste. Ma tale è il pregio dell’impresa, la quale non pel lato della storia, nè pel lato delle epigrafi, ma per quello dell’arte esce fuori, che converrebbe che tutte le veneziane marmoree inscrizioni un ornato avessero degno d’incidersi in rame, e che tutti gl’illustri un mausoleo con inscrizioni avessero, a fine, che l’opera degli alunni e de’professori dell’Accademia tutte le raccogliesse , o almeno più estesa a comun beneficio riuscir potesse. Ma non solamente i sovraccennati raccolsero particolarmente alcune inscrizioni nostre ; altri pure vi furono, tra’quali per non dilungarmi troppo annovero Francesco Svveerzio nel libro: Selectae Christiani orbis deliciae ex urbibus, tempii s , bibliolhecis , et aliunde. Culoniae Agrippinae i6z5. 8. alle p. 218 e seguenti, il quale Sweerzio nel! altro libro : Epitapldaioco-seria ec. Colo-niae apud lodocum Kalcoven 16^5. 8. alle p. 266, e segg. ricopiò gli epi-taphii venetiani de monumenti antighi, che sono del Calmo, coni’ è detto. Ottone Aicher ne ha alcuni nel Theatrum funebre exhibens per varias scenas epitaphia ec. Salisburgi ex typis loan. Baptistae Mayr 1675.4. e nel Tomo V. parte II. e parte III. del Thesaurus antiquitatum. et hislo-