il grosso dei volontari di Kvaternik, attaccarono da tutte le parti la poco numerosa retroguardia, alla cui testa era Kvaternik. Nel disperato accanito combattimento, la sera dell’il ottobre 1871 l’eroe cadde fra i primi, colpito da otto pallottole. Disse: « Dosta je » (è abbasatnza) e spirò. Fu spogliato e depredato e per ordine del vincitore, il Colonnello austriaco Sestak, fu buttato insieme ad alcuni dei suoi, morti con lui, in una fossa vicino alla strada maestà, subito scavata, e nascosta in tal modo, che non si è più potuta ritrovare, nonostante le più assidue e pietose ricerche del popolo croato. * * * Il grido supremo di libertà e d’indipendenza lanciato da Eugenio Kvaternik è stato raccolto da Stefano Radich e poi da Ma-cek, capi del nuovo movimento separatista croato. All’Impero di Asburgo è successo il dominio di Belgrado, ancora più duro, assolutista e militarista dell’altro. La democrazia francese, come stroncò nel periodo del Risorgimento le aspirazioni d’indipendenza delle nazionalità oppresse dall’Austria, così anche oggi favorisce la tirannide serba, armandole la mano e sostenendola nella sua politica egemonica nei Balcani. - 43 '