30 S. ANDREA vede falla dal Barbaro, ma sotto il titolo dell' Ortolano del Cav: Marco Barbaro Veneto, nella quale diteti desi dalle calunuie di A. G. B. G.; vanta la sua nobile prosapia, ma però non si accinge a provare la personale sua nobiltà^ c meno il lilolo di Cavaliere. 5 FRANCISCO ZANE RARAE PROBITATIS AC | PRVDENTIAE SENATORI IN OMNI VITA | DE REP. BENEMERITO MVLTIS MAGI-STRATIBVS | E SVA FIDE PATR1AEQ. DIGITATE GESTIS | CVM AETATIS ANNO LX. MAGNO B0N0RVM | CIVIVM MOERORE EXTINCTVS ESSET FILII | CVM LACR1MIS HOC MONVMENTVM POSVERE | OBIIT ANNO MDLVII. MENSE AVGVSTI. Sta tuttavia questa epigrafe appiedi dell’altare dedicato a S. Nicolò, clic a’ tempi dello Stringa 1604. ( come abbiam detto nel proemio ) non meno clic quelli di S. Andrea c della Madonna erano in si vaga maniera composti e fabbricali che nulla più, sebbene lulli di legnoma con intagli messi ad oro che adornano maravigliosamente . Osservo che 1’ Epigrafe, la quale ha lo stemma Zane, è di assai posteriore al 1557, e fu rifatta nel secolo XVII col pavimento. FRANCESCO ZANE patrizio Veneto fu figliuolo di Jacopo q. Francesco^ giusta gli Alberi di Marco Barbaro. Era nato del 1497. Del 1526 ammogliato in Maria Gradenigo di Nicolò; e del 1557 a’IO di agosto mori, lasciando parecchi figliuoli fra’quali quel Jacopo Zane poeta di cui parleremo in altro luogo. Il genealogista Cappellari lo fa invece figliuolo di Antonio q. Domenico q. Antonio e gli dà dite figliuole e nessun maschio. Ma l’epigrafe indica che avea figli i quali posero il monumento; e inoltre l’Agostini tessendo la Vita del suddetto poeta Jacopo Zane Io fa figliuolo del nostro Francesco q. Jacopo. non q. Antonio, e di Maria Gradenigo sue-nunciala. — Nulla ho di più dell’epigrafe, la quale lo dipinge come senatore di rara probità e prudenza c che molli magistrali ha coperto con lode di fedeltà c con dignità della patria. Notisi che 1"Argellati per erro- DE ZIRADA. re (p. 169 Voi. VI de’Volgarizzatori) dice che a Francesco Zane è dedicata da Bernardino Daniello la traduzione deH’undecimo libro di Virgilio a. 1545; mentre è a Bernardo Zane, come rilevasi dal Paiioni (p. ¿08. Voi. IV. Volgarizz). È facile però confondere questo Francesco Zane con un altro contemporaneo detto Francesco Zane, il quale sebbene dall’Alberici (Scrilt. Ven. p. 30) dal Foscarini (Letteratura Veneziana p. 274 nota 140) e dal Liruti (Vile degli Scrittori Friulani II. 18G) venga detto Zane, e forse da alcuni considerato patrizio, non è nè Zane nè patrizio. Egli è Francesco Zani, o Zanni, o Zanaio. Questa famiglia è pure nostra ed era delle cittadinesche; venuta da Lucca, come ne dicono le Cronache. Francesco si è distinto come poeta latino; e il Sansovino suo contemporaneo a p. 277 b. del Lib. XIII della Venezia dice: Francesco Zanni compose diversi poemi latini in varii soggetti, et scriveva la Turcheide in verso heroico; e l’Alberici (I. c.) aggiunge et alcune orationi latine. Mi sono noti finora i seguenti versi Ialini di lui. 1. Frsmcisci Zannii Veneti « explicatio pi-cturae quam nuperrime Iosephus Salviatus Venetiis in aula ducali exaravit. Venetiis. Giulitus. 1567. 4. (esametri) in data idibus augusti 1567. » Pare che fosse un quadro allegorico in onore di Venezia, cui, come a regina, le città suddite presentavano doni. Veggasi quanto ho detto a p. 631. n. 4667 del mio Saggio di Bibliografia Veneziana. Ven. 1847. 8. Comincia con un epigramma al Lettore; poscia l’operetta dedicala Serenissimo principi D. D. Hieronymo Priolo inchjlo duci Veneto, e chiude con un altro epigramma ad Josephum Salvialum p. 2. Epigramma — Sta a p. 39 del libro: Tempio della Divina Signora donna Geronima Colonna d’Aragona. Padova 1568.4. E comincia Ex adijtis Templi geniali nu-mine lumen. Ne segue un altro: Borrellum in Calabris gens Pignalellia servat, e sembra dello stesso Zannio. 3. Descriplio celeberrimae navalis pn-gnae ac felieissimae Palmae ad Echinades divina ope habitué authore Francisco Zannio veneto. Venetiis apud Gratiosum Percliacinum MDLXXI1. 4. È dedicala con un epigramma