S. ANDREA DE ZIRADA. 75 ciò forse sarà sialo del 4355; ma non in nezia, fioriva, dissi, anche un Cronista Ve-processo di tempo; sapendosi eziandio dal neto, il quale descrisse la Storia nostra in Sansovino che la sua stalla di cavalli era la terza rima. (Vedi in fine il doc. J] ) Seb-più bella e migliore che avesse allora qual bene lo stile dell’opera sua abbia del rozzo, principe si voglia in Italia, (p. 472. b) Di- e pedestre, come ha per lo più quello dei leltavasi, come nota il Sivos ( Vite de’ dogi secolo XV, e le desinenze vi sieno bene T. primo p. 523. del mio esemplare ) dive- spesso false e stirale, ad ogni modo eli5 è slire spesso di bianco, e ciò ad onore di curiosa, ha de’buoni versi, e vi si fa men-Maria Vergine della quale era devotissimo, zione di molte case di nobili Veneti, talune (lj. Ordinò d’essere seppellito nella Chiesa oggidì estinte, e vi si loda particolarmente di S. Marina, come dal suo testamento che il Doge Steno. Nè questo solo presso che riporlo al doc. in fine di questo arti- ignoto scrittore è quello che profonde elogi colo; e fatle le solite esequie a’SS. Giovanni al nostro Doge, ma iu moltissimi documenti e Paolo, fu portato il suo corpo in una cas- si trovano ben degne parole in suo enco-sa, e posto in un deposito nella delta Chiesa mio. E basti riportare il cominciamento di di S. Marina, finche poi da’parenti gli fu quello che leggesi nel Cornaro (Eccl. Vene-eretta un’arca sopra la porla maggiore in- lae. T. XIII. p. 428). MCCCCI. diè IX. iunii terna della Chiesa, dove furono attaccate le indict. IX. Postquam ex divina impetraliona chiavi della Cillà di Padova e di Verona al processit quod serenissimns dominus dominus suo tempo acquistate, come si è dello. Eb- Michael Steno apicem ducatus Venetiamm be epitaffio il quale riporterò fra quelli de’ atligeret ipse circa Reipublicae curas juxla SS. Giovanni e Paolo ove è stato traspor- naturales £l continuos mores ejus vigili melato dopo la soppressione e demolizione del ditatione propensaque animum cxcitavit, ut Tempio di S. Marina. Al qual proposito, in his quae ad bonum slatum pairiae et con-poslochè mi cade in acconcio, narro nel servationem jurisdictionum, honorificenlia-doc. D alla fine di questo articolo quanto rum, regaliarums et cunctarum aliarum re-avvenne allora al monumento del Doge Steno, rum ad ducalum spcctanlium, elpertinenlium, Fioriva al tempo dello Steno Doge, oltre ferventius, ne conira ea fieret, insudaret. Così quell’ Andrea Veneto dell’ordine de’Servi che pure Batista Egnazio nel Libro De Exemplis lasciò un volume sopra il Genesi, e dei Com- ( Parisiis 4554. p. 248) dice: Fuit in hoc iuentarii sopra i Naturali di Aristotele, ed adolescente vita aliquanto liberior, atque in oltre il celebre Carlo Zeno che nel mezzo Inxum et nimiarn libertalem propensior: sed dell’armi seppe comporre diverse Orazioni mox mutatis moribus et fortuna cum ipsa latine assai culle, de’quali due fa menzione juventute, ita nimiam licentiam castigavit, il Sansovino a p. 242. 242 tergo della Ve- ut summis honoribus, grandi jam aetate fun- (i) Leggesi nel Libro Leona a carte i4g, giusta l’estratto fattone dallo Zamberti (Codice mip a p. i s6 lL'rgo - num. 254G) « lllustrissimiis Dominus Michael Steno Dei gratia Dux Vcnetiarum prò honore et ■’ gloria Civitalis et hujus almi Dominii induit se solemniter vestibus veluti albi per tolmn cum vayro et ” bavaro et umbrela. Similiter quoque fuit inducta tota ejus familia ducatus vestibus albis quas vestes tu-” lit primo quando Ambaxiatores ComunitatÌ6 Padue cum solemnissimis cerimoniis venerunt ad inclinari-” dum se prefacto serenissimo D. Duci ut per instrumenta suo loco et libro descripta distinctius apparot; " qui ambaxiatores recepti fuerunt in plathea Sancti Marci super uno solario alto hac de causa constructo " apud Ecclesiam Sancti Marci conspiciente per tolam platheam magnam ubi predicti Ambaxiatores previo ” elegantissimo sermone per sapientissimum utriusque juris Doctorem D. Franciscum Zabarelia Civem pa-tavinum unum ex Ambaxiatoribus paduanis garosissime visi et auditi fuerunt, 55 Confrontato questo l'rano da me sull’ originale Libro Leona esistente nel generale Archivio, vi corrisponde con diversità di qualche parola. Mancavi però la data certa in cui il Doge vestissi di bianco e in cui ricevette i suddetti ambasciadori. Ma questa apparisce da Andrea Gattaro (R. I. Script. T. XVII. p. g3g). Gli ambasciadori vennero a Venezia nel 2 gennajo i4<>5 (cioè a stile romano i4o6), e nel di 4 gennajo, cioè due giorni 'lopo ebbe luogo la solennità suddescritta, la giostra ec. già dal Sanuto notate; nel quale Sanuto pari-menti manca quella data, che ci fu conservata dal Gattaro, e da Mons. Dondirologio nella Dissertazione Ottava sopra la storia ecclesiastica di Padova (Padova i8i5. Tomo Vili. p. 282.) nella quale al Documento GLI riporta intera la Orazione recitata dallo Zabarelia anno MCCCCV1 4- ianuarii, dinanzi il '•»■neto Senato. (La data 3 dicembre i4°5 nel Sanuto (R. I. T. XXII. p. 831.) è erronea.