460 S. STEFANO DI MVRANO. chessia conceduta — Lionardo di Nicolò Frescobaldi Fiorentino nell’ andare al suo Viaggio in Egitto e in Terrasanta, da lui intrapreso nel 1384 ( cioè dieci anni dopo la scoperta di questi santi) , e che fu pubblicato in Roma nel -1818 - 8.vo) dice a p. 66. Nella Chiesa di S. Donalo di Murano fuori di Vinegia , vedemo in una grande arca di pietra cento no-vantottn corpi di fanciulli piccoli interi, i quali dicono che furono del numero degli Inno-centi ehe Erode fece uccidere, a’ quali si vide i colpi e le ferite chiaramente a ogni membro naturale. Dicono che solevano essere ducento, ma quando i Veneziani feciono pace col Re d1 Ungheria, per patto n ebbe due. Non fo conienti sopra le traccie dei colpi e delle ferite; ma il Frescobaldi errava, perchè non in S. Donato di Murano, ma in Santo Stefano erano i detti corpi — Avendo alcuni Tedeschi visitali gli stessi Santi Martiri fecero dono di un superbo calice, come rilevasi da un Inventario delle mobiglie della Chiesa, ricordato dal Fanello ne’ suoi manoscritti cosi — Ex Inventario rerum mobilium Eccle-siae S. Stephani confeclo a^ 4415 adi 14 sev.er. —• « Uno calixe, grando cum la sua » pattena cum arme todesche atorno il pomolo e al pe e scorpido INNOCENTI d’oro el » qual fu donado alla giexia predetta per alquanti Signori Todeschi — » E da altro inventario fatto precedentemente l’anno 4407 si ha —• Ì407 die vigesimo secundo (non dice il mese) « Ilein unum calicem cui» tribus armis in pede cum irnagine Innocentium » cum una pattena ponderis unciarum viginti quinque et dimidio qui missus fuit et al-» Iatus per aliquos nobiles de Alemania cum una coopertura de corio — » E in un' altra nota; Ser Blondus Fiolarius de Miniano presentava et donavit altari Beatorum Martirum Ecclesie S. Stepliani de Muriano infrascriplas res ec. — Similmente è tradizione che S. Car- lo Borromeo Ascivescovo di Milano mentre fungeva in Venezia l’officio di Visitatore Apostolico, siasi recato a Murano nella Chiesa di Santo Stefano per veuerare le spoglie di cotesti Innocenti, come notava il Cornaro (\. c. -147) e il Fanello, il quale nelle schede mss. aggiungeva che ne ottenne alcuni frammenti, e li recò nella Cattedrale di Milano; in memoria della qual cosa e in onore di quel Santo Arcivescovo fu nel 1610 eretto un altare nella Cappella de’ Santi stessi — Quanto poi al preciso* sito ove furono dapprima collocati, rilevasi che fino dal 1557 era in questa Chiesa un aliare dedicato a lutti i Santi perchè contcne\a molte reliquie di santi e sante in una cassa di noce, siccome asseriva anche il Cornaro (1. c. p. J48). Tale denominazione di Tulli i Santi continuò fino all’anno 1449 nel quale a merito del pievano Antonio Catafesle, fu eretta in quello stesso silo una Cappella per riporvi separatamente que’ santi Corpi, e fu da allora chiamata de Santi Innocenti, e poscia di San Carlo Borromeo — Dal Notatorio 4618 apparisce che del 1615 il benemerito piovano Dionisio Segala (di cui al num. -12) procurò che in più bell’ordine fossero disposte queste sacre spoglie, leggendovisi — In Cappella Sanctorum Innocentium sive Sancti Caroli . . . In pedestalli ejusdem altaris sunt odo capsulae in quibus servantur oclo corpora integra sanctorum Innocentium — In altare vero 55. In quodam cassono servantur etiam et alia fracta corpora, et alia; multa; reliquiaz ipsorum sanctorum Innocentium . Oggidì i Corpi de’ SS. Innocenti sono posti nella mensa dell’ Altare delia Cappella di Casa Ballerini nella Chiesa parrocchiale di San Pietro Martire di Murano, colla seguente epigrafe di fuori. SS. INNOCENTIVM - BETHLEMITARVM - CORPORA. E a’ lati della Cappella si conservò il Cassone di noce del quale si fece testé menzione. Nel più volte citato Notatorio, avvi a stampa un Ordine della Procuralia di San Marco di Sopra, al Pievano di S. Stefano di Murano di dar in nota entro tre giorni in mano del nodaro della Procuralia tuia nota distinta di tulle le Reliquie che s’ altrovano nella vostra chiesa per dover esser aggiunte al Calastico esistente nella medesima Procuralia — data 5 zugno 1662. Fino poi dal 1574 essendo surta quistione circa la divisione delle ofl’erle che andavansi facendo in causa del reperimento di delti Corpi Santi, fu deciso che un terzo di esse sia