•474 S. STEFANO DI MVRANO. cariche di onore. Quivi essendo compose recò; fvedi epigrafe sotto un ritrattino del due Orazioni, l'una per la morte dell’Arci- Gisberli citato in seguito) e parecchi anni duca d’Austria Sigismondo Francesco, l’al- stelle a quella Corte come Segretario, aven-tra di Carlo secondo Duca di Mantova do continuamente impiegato la penna sua defunto nel 4 665. Tornato in pairia dalla nelle Opere che qui sotto sarò per esporre. Corte Cesarea, probabilmente subito dopo la — Fu ascritto alle Accademie di Vienna, di morte del Cornaro ( che finì sua vita colà Monaco, di Roma, di Parma, di Padova. Co-nel 4666 ) venne presentalo all’ elettore di nobbe sei lingue, olire la italiana e la Iati-Baviera Ferdinando Maria, il quale del 1667 na, e versato poi era nelle scienze geogra-passava pegli Stati della repubblica: eque- fiche, astrologiche, matematiche, e per diporto sto principe, preso dalla fama eh’ erasi il impiegossi eziandio nella pittura imitando i Gisberli acquistata massimamente come poe- disegni de' Rafaelli e de'Rubcns. Abbiamo detto ta ed oratore, amò di averlo seco a Mona- ch’era sacerdote, e come tale fu assai beco, e, senza più, accettato l’invito, vi si nemerito verso la sua Chiesa e la cattolica dal volgo degli STUDIOSI di cui fa parimenti ricordanza il Moschìni p. 2!l, e il Fanello ne’ mss. E in cotesta disparità, benché io non abbia veduto il Focile, stonimi col Moschini, che pur si maraviglia (pag. 28) di quanto dice il Zanon (Accademie p. 281). Ritornato come si è detto, il Gisberli dalla Germania in pairia nel 1GG0, aperse nel mese di luglio, nella propria casa una scuola di scienze per li suoi concittadini, la quale in poco tempo cresciuta , divenne privala Accademia letteraria molto rispettabile ; e siccome nel suo principio incontrò grandi opposizioni, e molto dovette sofferire per ¡stabilirla, così volle che essa si chiamasse l’ Accademia degli Angustiati. Divenuta poi ristretta la casa ove radunavasi, nel mese di aprile del susseguente anno 1661 si trasportò nel palazzo che la veneta famiglia Cornaro della contrada di S. Maurizio di Venezia, teneva per delizia in Murano, posto in quella contrada dì S. Salvatore; e fu allora che di privata divenne pubblica con 1’ aggregazione di molti nobili Veneziani, ed altre dotte persone della stessa Murano. Nel 166k quarto dalla sua instituzione si eresse un teatro con maestosa sala, e una non ¡spregevole libreria degli Accademici, che nel 1666 erano già arrivati al numero di cento, come dalla delta Orazione il Focile raccoglieva il Moschini. Nel suenunciato mio Codice Accademie si danno più particolari notizie di tale Società , e vi si legge. Che nel giorno 17 ottobre 1660 » don Vincenzo Giuliani, D. Pietro Mo- • linari , D. Michele Dionisi somasco, D. Giovanni Morelli Sacerdote, Giovanni Santini, • Antonio Provini dottori, Aurelio Aurelii, Manfredo Varischi, D. Giuseppe Parmisiani, » D. Domenico Gisberli, Girolamo Tridis, Giorgio Beltrame, Domenico Bitter, Francesco i Marchi, Rinaldo'Rinaldi, e Marino Bigaglia Accademici tulli di onore, radunatisi in casa • del Gisberli, in figura di fondatori stabilirono la erezione della delta Accademia degli » Angustiati sempre col nome del Signore Iddio. Confermarono i capitoli, e con tutte le » balle accettarono anche qualunque ordinazione. Poscia divennero alla elezione delle cariche • più importanti proclamando Giovanni sintomo Rota principe , il clarissimo Sig. Giacomo » Trevisan Vice-principe, il Sig. Paulo Baris consigliere, il Sig. Ettore Bigaglia consigliere, » il molto Rev. padre Francesco Carlo Caro somasco censore, il Sig. Vincenzo Giuliani censo- • re il Sig. Vincenzo Catesclii cancelliere, e il Sig. Francesco Schiavonetto bidello. In seguito, » dice il Codice, vennero accettali a socii Giacomo Mazzola, Domenico Darduino, Andrea t Marinoni, Giambattista Bembo, Don Pietro Beltrame, Paolo Baris ( è probabilmente lo stesso » testé nominato) Luigi Cadice, Tommaso Unterpergher, Nicolò Palada, Andrea Darduin, » Giacomo Bagattin. e Bernardo dalla Bava, zzz L’Accademia per tre anni tacque, ed es-» sendosi nel 166E| pensato al modo di erigere una specie di Teatro, e recitarvi una • Tragedia, e visto che l’unico mezzo era quello di trovar danari da’ socii, si elessero a