S. MARTINO DI MURANO. 275 dopo aver dimostro il suo valore* in diverse fazioni nel Friuli gli anni 1513 c 1514, venuto sotto Brescia nel 1515 fu cagione del disastro sofferto nell’ottobre di quell’anno da nostri, sebbene si fosse vantato di voler prender quella Città in sei orej e avesse posta l’artiglieria sotto essa; se non che usciti fuori i nemici ne presero undici pezzi, e se non era Giampaolo JUanfrone si sarebbe tutta perduta. Anche nel 1521 la sua compagnia veniva rolla a Milano; e nell’aprile 1522 partito da Cremona per venir verso Longino incontratosi co’ nemici ne ebbe presi quaranta Cavalli, ma restò ferito di schioppo nel braccio destro; che anzi nel 28 maggio era da Crema venula la nuova che da quella ferita era morto. Conobbcsi poi falsa tale notizia, imperocché lino dal 13 gennajo 1524 egli con Camillo Orsino era al governo delle genti Veneziane, e da una lista di milizie del febbrajo di quell’anno ricavasi che di cinquanta uomini d’ arme era condottiero. Ma a parlare più particolarmente del fatto di Pavi3, Laulrec dopo averla presa e minata, vi mise a presidio a nome della lega il Longhena ed altri, intanto che egli avvia-vasi con grosso esercito verso il regno di Napoli. Ora Antonio ila Lwu Capitano già sbandito da Verona, poi liberato, e fatto condottiero di cavalli leggieri, il eguale mancando alla data fede, aveva segreta intelligenza con Antonio da Leva e macchinava contra la Signoria; quindi ordinavasi al Contarini di persuadere Sua Santità che le misure adottate sul conto del Luzzasco non erano per far dispiacere a quella, ma per l'esempio, e pi r punire un uomo che non solo non è degno di servir Sua Beatitudine ma nec eliarn di viver sopra la terra per li suoi demeriti. Passava intanto il Luzzasco con sue genti negli stessi mesi e nell’ottobre i5a8 in Val di Lamon insieme coi Vitelli e lor compagnie; per lo che i Fiorentini temendo, dieder l’arme a trecento loro cittadini per la difesa dèlia città. A Rimini nel maggio i5a8 entrava a nome del Papa, il quale non cessava di instare che tolta fosse la taglia al Luzzasco, colla minaccia : altramente Sua Beatitudine avria levati tulli i sudditi de la Chiesa che sono nel campo Veneziano ; e ciò confermava il Contarini nelle sue Lettere da Roma del 21 c maggio, e ciò stesso ripeteva il Papa a Giacomo SalviaCi. Fino dal successivo giugno il Luzzasco colla sua banda, e colli Rasponi era uscito di Bologna, per toglier Ravenna dalle mani de’ Veneziani ; il perchè il provveditore, ch’era quivi allora, Alvise Barbaro dovette far porre le artiglierie alle mura, c assecurare con buona custodia quella città. Anche da paite dell’oratore di Francia ventilo in Collegio nel 3o luglio, si pregava la Signoria, spezialmente per far piacere “ài Papa, di levare lji taglia al Luzzasco il quale di quei giorni e nel settembre trovavasi a Mantova con duecento cavalleggieri. In vista finalmente di cotante preghiere, e delle dommide della stessa Maestà Cesarea, fatte pervenire nel marzo i53o col mezzo degli oratori suoi, fu nel Pregadi preso in esame l’argomento. Dòpo molle discussioni e pareri, opinando perchè fosse conceduta la giazia Jacopo da Canai, Alvise Mocenigo, Angelo Morosi ni e Antonio Marcello, e perchè fosse negala Francesco Soranzo e Leonardo Emo ( il quale anzi fece leggere le lettere intercette da cui appariva l’intelligenza ili Paolo col da Leva ), fu nel 4 aprile i53o concluso a maggiorità di suffragi che: aleuto la richiesta di la Maestà Cesarea sia levata la taja a Paulo Luzasco, restando pero il primo bando d\ Verona e Veronese; et sia scritto a tutti i Bellori debano levar via la sua imagine ; e fo comanda credenza fino da matina fusse di questo ditto alli sol Ambusadori. Ebbersi da ultimo notizie nel maggio ■ 555 che il Luzzasco capitano, come si è detto, del Duca di Mantova passava per la via di Piz-zighettone con cavalli duecento, per incontrare Antonio da Leva, il quale a’ primi di giugno fu al possesso dello Stato del Monferrato, trantie Alba e Casale. Ecco quanto intorno a questo prode guerriero ho creduto di esporre, giusta i Diari! Sanutiani. Del resto il Luzzasco è ricordato dal Guicciaidini ( pag. 44° ediz. già citata) sotto l’anno i5a3 come con-dottiere di i5o cavalli leggieri e ap. 53 b. del libro XVII all’anno liali. Similmente il Castiglione lo ricorda ( Lettere Voi. 1. pag. 11 a-i i^-<32-136 ) all’anno i5a4, chiamadolo molto valoroso, e raccomandandolo al Papa. Soggiunge però quest’autore che il Luzzasco faceva mali ofiicii per il sunnominato Giovanni de Medici appo il Marchese di Mantova. Parimenti ali’anno ìS-aq lo nomina il Morosini ( Lib 111. pag. 35i) ) ; e Callo Cappello Ambasciadore nostro presso la Repubblica Fiorentina a. 1&29. r53o. a pagine io.i-ioj del Voi. 1. Serie II. Relazioni. Firenze i83g. 8." Abbiamo unir sua Lettera a Francesco I. in data i5 marzo pur 15a.f) da Bologna, nella quale gli si offeiisce con bellissima et luona compagnia de cavalli et fanti subitochè sia terminata la sua ferma (condotta) con Sua Beatitudine. Questa lettera leg-gesi a pag. lóo-iai del Volume li. de’Documenti storici italiani. ( Fiienzc 183 ) ; e assai opportunamente l’illustre editore nota, che il Luzzasco uomo prò' della persona ma di fede svergognata mutava spesso bandiera. Cosi a pag. ¡85 del Voi. 111. Serie li. delle Relazioni (Firenze 1846) all’anno i5ag del mese di novembre la si indica per uomo bensì valoroso, ma di poca fede, che sei mesi prima non avendo potuto allogarsi col re di Francia, era passato dagli slipendii di Clemente VII. a quelli di Cesare E ap. a3o lo si ricorda come capitale nemico de' Veneziani. La lettera di Francesco Maria Duca di Urbino da me testé ricordata, diretta a M. Paulo Luciasco in data di Verona ao maggio 1628 è stampata a pag. 84-85 del libro IV. delle Lettere raccolte dal Pino. Venetia 15>j4- •Tomo VI. 35