a riconoscere ufficialmente la Jugoslavia. Maggiore, e più dolorosa meraviglia, recò l’ufficio divino celebrato dall’Arcivescovo di Zagabria in suffragio del Re scismatico Pietro (padre dell’attuale sovrano) che parve quasi una profanazione. Allorché si pensò di far soggiornare in Croazia re Alessandro, per dare all’Europa la sensazione che tutto era laggiù tranquillo e fedele, fu appunto l’Arcivescovo di Zagabria che mise a disposizione del re un suo castello fortificato contribuendo alla realizzazione di questo artificiosissimo piano che i contadini croati sventarono subito facendo saltare i ponti di accesso al castello e dando agli interessati impresari di così grottesca commedia un avvertimento salutare. Inoltre, un pellegrinaggio a Belgrado di alcuni ammaestrati Podestà della Croazia, fu ideato, organizzato e condotto dal canonico dott. Svetozar Rittig. Belgrado non aveva dunque di che lagnarsi di fronte alla condiscendenza delle autorità cattoliche ufficiali. Eppure, nonostante ciò, Belgrado non ha deviato, e non devierà mai, dal suo programma basilare: la soffocazione di ogni diversità innata fra i tre popoli e la creazione forzata di un popolo solo, di un pensiero solo, di una religione sola: la serbo-ortodossa. - 75 -