SANTI MARCO E ANDREA IN MVRANO. 429 » nome Catterina) fo fìa di g Marco Pasqualigo zovene dona da paura e menin-» conia di li tre zorni morite ( Sanuto XIX. 221). 1622 Mercordì sera il Principe di Condè fu a Murano a sentir a cantar quella Reverenda Madre del Monasterio di San Marco et S. Andrea et heri se ri andò in Valle ad uccellare con molte fisolere accompagnato da diversi gentilhuo-mini (così leggo nel mio Codice num. DCCCCLXXXIll, sotto il dì li) Novembre 1622). Il Condè era Enrico II. di Borbone principe di Condè di cui il Yol-taire disse. La cui maggior gloria è d’ essere stato il padre del Gran Condè. 1628 » ‘Venuto a Venezia nel 1628 adì 4 aprile Ferdinando Gran duca di Toscana con suo fratello Gian Carlo, fralle altre cose che vide, visitò anche Murano, e ivi andò a Sant’ Andrea per sentire a cantare una monacha detta la Pe-razetta che veramente canta tanto bene et tanto soavemente che pare un angelo del Paradiso ( Diario di Murano di Francesco Luna. Cod. ms- Marciano num. 376 classe VII). È facile che quella monaca fosse della stessa casa PERAZZO di cui nella Inscrizione prima. 1797 -1798. Una Cronachetta scritta sotto la badessa Maria Teresa Codo-gnato nel mese di aprile 1797, che trovo nelle Carte del Monastero rammenta , che “ sotto la reggenza del doge Lodovico Manin fu per imperiosi bisogni di » Stato chiamata alla pubblica Zecca l’argenteria di molte chiese della città, e » quindi anche quella dulia chiesa di Santa Maria e Dottato, e fu consegnata » — Che nell’anno stesso 1797 mese di Giugno esistevano nel Monastero .no-» stro fra l’uso di chiesa e particolar del Monastero argenti per lire .8000, e di » questi per gli urgenti bisogni del Monastero e per provvedere ai necessarii ali-» menti degli individui si è effettuata la vendita, attesa la sospension del paga-» mento dei Pro di Cecca per la rinuncia dell’ Aristocratico Governo e per la so-» stituzione di una supposta mal sana democrazia — Che nel susseguente anno » 1798, tempo in cui comandava Francesco secondo imperator, per li stessi urli genti motivi si è venduto un contorno di diamanti dell’ Ostensorio, e così pure » undeci fili di perle, e tutto ciò che vi era di pregevole, non per altro uso, che » per l’indispensabile sussistenza — Che nel suddetto anno 1797 alti 12 maggio » rinunziò in modi non plausibili Y aristocratico governo, sotto il doge Lodovico » Manin, il suo dominio. Alli 16 detto incominciò in questa misera città l’instal-» lazione di una Municipalità provvisoria per stabilir poi un supposto Governo De-» mocratico sotto la protezione dei francesi che qui vennero in gran numero e » che quasi per tutta l’Italia disseminò tale zizania — Da ciò ne nacque che » una debole di spirito delle nostre Converse si mise in spavento e risolse di » partir dal Convento. Si ha dovuto perciò ottenere da Monsignor Vescovo la li-» cenza, e poscia la Superiora fece alla stessa cavar l’abito della Religione, e la » consegnò a suoi prossimi parenti. Si è la stessa trasportato dal Monastero gli » abiti di suo uso, ma non si è però restituita la Dote perché per istituto della » Religione e per uso di tutti li Monasteri non si ritorna la Dote a quelle con-» verse che vogliono ritornare al secolo. Questo è stato un frutto della mal so-» gnata e pessima Democrazia Anche a questa amara bevanda ha dovuto sotto-» stare la Reverendissima Abbadessa Codognato sopradetta. » Parlano di questo luogo Flaminio Cornaro (Ece. Torcell. Pars. 11- p. 208-216): lo stesso Cornaro nelle Notizie storiche (p 630-651); il Moschini nella Guida di Murano 1808 (pag- 113-114) ec.