S. STEFANO Di MVRANO. cii — Donatus Mezagonella — Marcus de Molino — Barlholomeus Nasoni — Leonar-dus Gallo — Heoricus Rosso apud vàmpa-dorius molendinorum ( si noti questa voce Vampadorias che non trovo nel Ducange, e che in dialetto si dice bampadore cioè chiaviche de’ molini. ) Evvi anche nominato llospitale da dia de Pexuro. -1401. Prete Giovanni Donato della chiesa di S. Stefano col suo testamento del 25 feb-braro 4401 in atti di Pietro Zane piovano di S. Agpstino di Venezia, ordina : Item volo fieri apud ecclesiam S. Stephani de Miniano in eo videlicet loco quo inagis congruum vi-debitur plebano unam capelam parvam cum altare beati ieronimi (9). 1405. 5. maggio. Trivisolo Tasello cj. Domenico col suo testamento in atti di Pietro Zane volle beneficala questa chiesa. In esso poi dice : Item dimitto Lutiam servam meam liberam francham ab omni vincalo servitulis quo miclii tenetur. E questo è uno de’ molti esempli che abbiano di Testatori che danno libertà alle sue schiave (10). Altri, senza data precisa — Nicolò Pene-xe — Pasquale Chiarelli — Agnese Pajarin — Anna de Garzoni — Viclore Muraro — leronimo Baffo — Magistro Stefano miedego — Zeno de Avanzo — Pietro Capselano — Pietro Paiarino — Blancho Barbo ec. 4 415. Fra le cose notate da Fanlin Pisa- ni podestà di Murano spettanti alla Chiesa di S. Stefano sono le seguenti che recano o il nome o lo stemma dei benefattori. Uno pano da aitar a spina pese cum lamia da cha di Ainadi — Uno pano de seda de grana cunv larma da cha Zane — Una dal-madega e una streta bianche le qual de ms. pre Zan Donado — Uno velo de seda dado per Constantin rafanello (\l) cum le suo arme frixo doro atorno — Do psalteri nuovi uno dado per mis. pre Zan Donado I' altro comprado de li beui de la gliesia — Uno pano lavorado a molti lavorieri cum le arme da cha di Prioli da aitar — Una chortina verde dada per ser Iachomo Amadi — Uno antiphonario nuovo segondo la corte comprado da piero balestra — Una planeda de pano de seda biancha cum croxe doro la qual de ser Zan schiavo cum uno manipolo e stola de quel pano — Uno chalexe grando de onze vintizinque e me-za mandado de alemagna cum arme de queli sora e cum imagine de li inocenti (12) — Uno chalexe Io qual la mitade dona pre bartolamio l’altra mitade dona dona perina tataro Secolo XVI. Ms. Marcho Pixani lassa a la fabbrica de mis. S. Stephano di Muran grossi quattro a lanno i qual se scuode a la procurala de ziltra dei qual danari se die comprar zeri per la giesia. (9) Ho ricordata questa disposizione a p. 456. all’anno 4404. (loy. Molte sono le leggi de’ Veneziani circa il commercio degli schiavi e delle schiave; molti i contratti relativi, e i testamenti che ne dispongono, come molti sono gli autori che ne parlarono, fra’ quali, il nostro Galliciolli, il Filiasi, e principalmente il dottore Giovanni Rossi nella sua inedita Opera intorno alle leggi e a’costumi dei Veneziani. lo tengo nel codice 2979, varii estraiti preparati per una Memoria relativa al commercio degli Schiavi che facevasi da’ Veneziani ; i quali estratti sembrano messi insieme dal patrizio Giacomo Semitecolo, circa il 26 febbraro 1768 ( more veneto ) per uso del-l’altro illustre patrizio Angelo Querini. E qui mi piace di aggiungere che il diligentissimo signor dottore Bedendo direttore dell’Archivio Notarile di Venezia, ha posti separatamente per gli studiosi parecchi atti notarili di vendita e compera di schiavi e schiave spettanti ai secoli XIV e XV. (44). Se Rafanelo si può prendere anche per Ravanelo, abbiamo un antico esempio del cognome di questa famiglia Muranese. Vedi quanto ho detto a p. 491 inscrizione 54. (\2). Dal Codice stesso si ha di mano del sec. XIV che lo scrigno ove stavano riposti i corpi de’ SS. Innocenti era clausum cum tribus serraturis quorum clavium una est penes do-minurn plebamm diete ecclesie et cetere due claves sunt penes procuratores ecclesie prenotate. — Del 1457 sotto il podestà Nicolò Cappello si nota così il dono del calice: Uno calexe grando cum la so patena cum arme VI todesche atomo el pomolo e al pe e scor-pido Inocenti doro el qual fu donado a la glexia predetta per alguni Signori todeschi. Vedi in questo volume pag. 460.