60 S. ANDREA scena. Alli 4 di ottobre -1586 era stato eletto ainbasciadore in Francia lo stesso Giovanni Mocenigo e vi fu destinato per segretario Roberto; ma per una questione di precedenza tra Girolamo Lippomano nominato ambasciadorc in Ispagna, che prima era stato in Francia, e Ira il detto Mocenigo, ( questione che durò quasi un anno), non partirono se non se a* 14 di novembre del 4587. A’9 gennajo giunsero a Parigi ove trovarono Giovanni Del/Ino (poscia Cardinale e Vescovo di Vicenza) e Girolamo Ramusio (del quale vedi a p. 535 del Volume II. delle Inscrizioni) che partirono dicci giorni dopo. « Per occasione delle guerre civili di quel » Regno, della morte del re Enrico Terzo » amazzato dal frate domenicano sotto a » Parigi, della successione del re Enrico » Quarto, che era Ugonoto » e della continuazione delle guerre, non potè il Mocenigo ottenere che gli fosse dato il successore nel-l’ambasceria, nò licenza di poter ripatriare, se non dopo che il re fu cattolico. Furono allora inviati dalla repubblica in Francia due Oratori estraordinarii che furono Vincenzo Gradenigo, e il suddetto Giovanni Dolfm; e con loro Pietro Duodo cavaliere il quale do-vea succedere al Mocenigo. Il perchè l’ambasciatore e il segretario Lio partirono da Parigi soltanto a’44 fobbrajo del 1594 (more Veneto) cioè 1595 a stile comune, e in Venezia giunsero nel 50 marzo 1595. L’anno stesso 1595 a’7 di ottobre tornò a Roma coll’ambasciatore Giovanni Dolftn sopraccennato, e lo servì come segretario fino al 1597 a’15 Xmbre, che di ordine del Senato fu spedito a risiedere in Ferrara appresso il Cardinale Pietro Aldobrandino. In effetto per l’occupazione del ducato Ferrarese fatta da Cesare d’Este, avendo il Papa nel dicembre 1597 fulminala la scomunica contra l’Estense, e bramando di spargerne la notizia anche negli Stati alieni, il Senato non vi volle aderire. Frattanto preparavasi il suddetto Cardinale Aldobrandino nepolc del pontefice ad andar con gente armata contra Ferrara, on-d’ è che per ovviare a’ pericoli che soprastavano per questo motivo, spedì anche il Senato Veneto, a titolo di officiosità, all’Al-dobrandino un suo segretario, che fu il nostro Roberto Lio, e ne risultò che eziandio per le buone prestazioni di questo si cou- DE ZIRADA. eluse nel gennajo 4598 (more romano) Trattato di concordia tra Clemente Vili e Cesare d’Este (Morosini. Storia Lib. XV. Tomo III p. 254. Ziliolo. Storie Lib. III. p. 75. ediz. -1642. Contarmi Storia Lib. XIV. p. 496. Parte II.) Stette in Ferrara per questo oggetto il Lio fino al marzo 4598 in che arrivarono gli ambasciatori Veneti per rallegrarsi con Sua Santità del riacquisto di quella Città, li quali furono Giacomo Foscarini, Lunardo Donato, Paolo Paruta e Giacomo Soranzo. Roberto del 4599 andò iu Ispagna coll’ambasciadore Francesco Molin (che fu poi doge di Venezia), e col più volle nominato Giovanni Dolfm, i quali furono inviati per congratularsi col re delle sue nozze e la partenza loro fu nell’undici maggio e il ritorno in patria nel 50 settembre 4599. L’ anno 4601 erano stali destinati Oratori estraordinarii in Francia a complimentare quel re pel suo matrimonio li suddetti Leonardo Donato, e Giovanni Dolfm, e il Lio per loro segrétario. Ma sopravvenuti i movimenti di Lombardia, ed essendo il Donalo stato fatto Provveditor Generale in Terraferma, si condusse il Lio per segretario in quel servigio che fu laboriosissimo, per lo quale partì a’25 del marzo 4 601, e ritornò a’5 di marzo -1602. In questo anno 1602 a’4 di luglio fu promosso Roberto a segretario di Senato. Del 4605, eletto un Provve-dilor Generale in Dalmazia ed Albania per occasione de’moti de’Turchi a’confini di quella Provincia, il quale fu Nicolò Donato fratello di Leonardo, vi fu con lui il Lio in qualità di segretario dal 42 maggio al settembre di. quell’anno. Agli undici del marzo 4605 in luogo di Giacomo Vico fu eletto Roberto a Residente in Firenze. Quivi stette quattro anni interi; e per la occasione dell’interdetto molto lavorò, e con pubblica soddisfazione. Del 1612 venne dal Consiglio de’dieci spedito per negozii secreti in somma diligenza a’confini dello Stato di Terraferma, e anche in questa incumbenza gelosa soddisfece a^negozii con molta sua lode. Fu nell’anno 4615 a servigio della Signoria col Provveditore Generale di Terraferma Antonio Prioli (che fu poi doge); il qual suo servigio fu estraordinariamente lungo rispetto a’moti del Monferrato^ e all’armi che tro> vavaq[si nello Slato di Milano, come pure