312 S. MARTINO DI MURANO. l’oro che veniva dalle Indie et stampnvansi ducali in Siviglia, Cesare ne haveva il quinto che importava all’anno come diccan spagnoli 500m. ducali olirà la xma di tulle le a11re cose-----Pfoi segui dicendo delle cose di Hernando Cortes Ila al partir suo di Spagna---;--delle molle genie et navi all’Indie---della navigalion facile---della Cillà di S. DomHiico---— dei vini et fornicati che vi vien di Spagna et che li non può nascere---del pensier che ha Cesare circa ciò----delle Molliche et duQ armate che vi sono andate--- delle navi spagnole ch’io intesi in Franza eli’erano arrivale all’isola di Brasil carghe de spedane che polrian esser di quelle che parliron di Siviglia con Saba- stian Cabolo Venitiano ----quel che terna un Fiorentin con Franza circa alle terre nuove, et quel che dice haver trovato et quel che spera----la poca cura eh’ han questi Re di tal cosa et in Spagna---i mercanti son quelli che mandano a tal navigalion---il voler vender Cesare al Re di Portogallo le Molliche et la ragion ch’ogu’uno adduce che queste Isole siano in la lor parie del Consiglio de las Indias et nitri Consigli con che si governa Spagna--- delli Juri che voleva vender Cesare et quel che sono---delli altri modi di cavar danari di che ne fu parlato---delle lance, delli ordini, et olire lance di Spagna---Poi della persona di.Cesare in particolare, si quanto appartien ai beni dell’animo, come alla disposilion del corpo; delle maniere che lien nel governo; qual opinion si può pensar che babbi circa alle cose del mondo; di che animo è verso suo fratello; del non li haver mai voluto dar lo Salato di Milano ----dell' imperatrice et coudilien sua el quanto è amata da Cesare, et che innanzi che si maritasse portava una impresa che in Portoghese diceva o Cesari;, o nulla; et in fallo haveva animo o di haver Cesare per inorilo o di farsi monaca, poi maritata levò un’olirà impresa ch’era una sphera con un molo che diceva: Sy, mas tuviera, mas me diera, come che se il mondo havesse hovuto più, più gli haveria dalo; dell’animo che tiene, et credesi che seben bora non si impedisce in cose di Slato, ma solo attende a farsi gioia a Cesare, pur con Farri mp grande che ha si giudica che sia per attender mollo----delli portoghesi che sou con lei; et quel che si ha dillo circa ciò che fu fatto nelle Corte di Madrid, che della dole sua volse spender per sui ricami et in gioje 200m. ducali innanzi che venisse in Spagna----— dei Consiglieri di Cesare cioè del Conte di Nossao, di Monsignor di Lassao, di Monsignor di Beurem, di Monsig. di Prato, del Signor Cancelliero, di Domino Jo: Emanuel, del Vescovo d’Osma suo confessor, di don Juhan Alemano Segretario, di Mons. il Governatore di Bressa absente, deli morti il Sig. Vice Re, et don Ugo ; di quelli che furon fatti del Consigliò, et poi privali, cioè ¡’Arcivescovo di Toledo, Arcivescovo di Bari, Duca d’Alva, Duca di Beiaiy--- di quel che inlese poi in cammino del d.° Confessor di Sua Maestà---degl’interessi parliculari di ciascheduno, et delle parli che son in la Corte et inimici-tie---della parlila et del ritorno del Signor CancelKero--— poi del viver della Corte.---Disse poi della prima pratica d’accordo che si hebbe con Cesare circa la confirmation della confederation quando il re. Christianissimo era anchor prigione e tuli» il successo brevissimamente ----L’error che fece Cesare in non accordar prima Italia che Franza, et la opinion circa ciò del Signor Cancelliefo più per odio, che ha a Franzo, che per altra causa —r--il pericolo nel qual lu il Re Xmo di non esser liberalo per molte cose che dicevano i sui, et quel che di ciò ha dello Cesare---L’error che fece Lclu Baiard in porlar con l’Ambasc.r di Genova---le cose di Borbon,----- quanto fu al proposito et la mala salisfation chJ hebbe delle cose di Spagna, et quello che disse al legato---L’error del Popo in nominar il Duca di Borbou o Don Giorgio fi- gliuol naturai del q. Re Massimiliano ¡il ducalo di Milano, et poi il Marchese di Manlova per Ms. Cappino---La tregua che fece il Papa per dui mesi con