S. MARTINO DI MURANO. 299 della p. 532 parlando de’ bachi da seia diceva : » non si pascono i vermi in quel-» le parli di loglio di moro bianco, anzi appena sanno che si truovi moro bianco, » nò hanno essi altro thè mori negri. Dal che si può comprendere che la foglia » del moro negro è quella che fa la seta buona » — Le quali osservazioni falle dal Na\agero si nel Viaggio, che nelle anzidetto Lettere, intorno alla Storia naturale vengono ricordate con lode dal Bowles e dal suo Commentatore sopracitati, c dal Filiasi (Memorie Storiche de’ Veneti T. III. pag. 227-228-551. Padova. 1811. 1814. E tanto più in ciò è stimabile il Navagero, chc a’ suoi tempi la Storia delle piaule era pochissimo coltivala e studiata. Nè solamente il Navagero studiava in Ispagna le piante ; meava egli di introdurne la cultura in Italia come chiaro risulta dalle presenti Lettere all’amicissimo suo Ramusio. Ma più altre cose riguardo anche ai costumi de’ paesi da lui visitali si ponno conoscere e dal Viaggio e dalle Lettere. Sia peraltro sufficiente quanto ho dello. (522) Che Aldo Manuzio fosse compare del Navagero si ha dalla intitolazione chc a lui fa il Manuzio de’libri dell’Arte Retorica di Cicerone, a. 1514. Per le preghiere poi e del Navagero, e del Musuro, e di frale Giocondo, Aldo s’incoraggiò a continuare nella stamperia che voleva abbandonare. Vedi hi prefazione al Pindaro. Aldo. 1515. (325) E da quanto si è detto intorno all’Accademia Liviana, e dalFOrazionc in funere che fece dell’Alviano il Navagero, è mauilesta la loro amicizia e corrispondenza ( Vedi le note U, e 19 ). (324) A Giambatista Ramusio dirigeva le lettere delle quali si è dello alla nota 521 ss Guspare Contarmi era sialo a Padova suo condiscepolo ed avea dimestichezza col Na\agero, come attesta il Beccatello nella Vita del Contarmi, e come da’ Dispacci del Navagero abbiamo potuto vedere ss Giambalista e Raimondo Torri, o della Torre Veronesi fratelli letterali sono ricordati come amici comuni del Navagero e del Fracastoro nel proemio al Dialogo steso da quest’ultimo De Poetica, e Giam-batisla anche nelle poesie latine del Navagero, come vedemmo alla nota 298. a. ss Baldassar Castiglio'ie era già con lui in Ispagna, come più volle ne’Dispacci e nelle note precedenti ho detto. (525) 11 Bardolone civis et ipse lìngua utraque diserlissimus è interlocutore col Navagero nel suaccennato Dialogo del Fracastoro De Poetica> (526) Rammentatisi da Bartolommeo Ricci nella epistola al Navagero idib. februurii 1513, cosi : Christoplioro alque Annelo Cab-iellts fratribus , ac ISicolao Slephanio salutem (p. 127. Volpi ). (527) Dice Vettor Fausto nella Lettera al Navagero parlando di Murano: Ubi cuin Gaspare Coniarono, Nicolao TheupulOj Angustino Pisaurio eommque similtimis vi-vebas ( p. 152. Volpi ). (328) Vedi nella teste accennata nota 327. (529) Dal Carme latino lium. XXX., ricordalo nella nota 298. a. Questo Paolo Canale è quello di cui scrisse la Vita il padre degli Agostini ( T. IL p. 550 ). (550) La conoscenza o amicizia di questi e di altri contemporanci al Navagero vedesi e dalle Lettere di lui al Ramusio, e dalle Testimonianze illustri già notate dal Volpi e dalle aggiunte da me fatte nel corso di questo articolo. Nella Lettera 20 feb-brajo 1526 (more comuni) ricorda anche 1111 Calino allora abitante in Venezia, e conosciuto pur dal Bembo (*). E ncll allie Lettere 12 maggio c ultimo maggio 1526 prietà, dice più propriamente è il ladano-, e cita il dottor Laguna su Dioscoride e il Navagero nella Lettera quarta al Namusio, recando questo passo. ( ) Abbiamo di quell’epoca un Luigi Calino bresciano, amico di Fortunato Martinengo, del qual Catino si parla a p. •jo della Libreria del Ciò. Leopardo Martinengo illustrala dallo Zamboni ( Brescia '17® 4°) A questo Catino sono indirizzate due le'tere, l’una d’incerto che leggesi a p. 90 Voi. J. delle Leiu-rc raccolte da Bernardino Pino (Venezia i58.°), e un’altra in data da Venezia del 5 ot- Tomo VI. 38