254 S. MARTINO DI MURANO. e nel 1511 meni’era in Padova, ordinossi che aneli’egli fosse arrestato, e tradotto qua nella Camera de’ Signori di Notte. Se non che nello stesso giorno 27 agosto -1511 in clic fu liberato il Cavaliere suo fratello, ne fu egli pure. Emilio nel 1524 stava nel campo de’Francesi sotto Pavia; c sarebbe venuto a far danno su quel de’ Veneziani, se il Triulzi, richiesto che gliene desse la permissione, non avesse risposto : non essere i Veneziani nostri nemici. Il S'anuto poi all’anno 1521 narra un fatto che non so S£ imputarsi debba al Cavaliere Enea, o a suo fratello Emilio, o ad altro individuo della casa Cavrianu, giacché egli il dice semplicemente el Cavricina. Ecco il fatto: Trovavasi in Roma Lodovico ila Cumposampiero, quando l'anno 1521 nel di della Pentecoste nell’atto che andava a messa alla Pace venne assalito in istrada da selle armati, i quali dieder-gli ferite tali da lasciarlo estinto sul terreno. Costoro corsi di subito nel sito di Roma dello Agone, e montali su sette cavalli, già apparecchiati, se ne fuggirono verso il reame di Napoli. Dice il Sanuto : Si divulga el Cavrianu a fatto far questo perche in ditto numero era un fiolo dii prefato Cavrianu. E tale notizia pervenne per leltcre di Roma di Alvise Gradenigo Orator nostro. È certo che il Cavaliere Cavrianu di queir epoca trovavasi in Roma, e che da Napoli veniva a Ferrara, come si è veduto, quindi potrebbe essere a lui e al figliuol suo, e non ad Emilio ascritto il fatto (*). Per avere qualche ulteriore notizia intorno a questi Cavriuna io nel luglio 1854 mi sono rivolto al gentilissimo signor Conte Carlo d’Arco di Mantova. Egli mi rispose, non essersi fatta parola nel Quadro genealogico di quella famiglia inserito nel Tomo V. dell’Opera: Teatro Araldico (Lodi 1846, 4.“) di alcuno nominato Emilio: avere però trovato ne’suoi notabili due Emilii Cavriana; l’uno de’quali detto Cavaliere all’anno 1579 trovavasi inviato dai Gonzaga al Duca di Milano, e di lui conservansi inedite alcune lettere presso l’Archivio segreto di Governo in Mantova; e del secondo Emilio, morto già al 1560, esistere memoria nell’atto di ultima volontà scritto nel detto anno 1560 di Margherita Botlaglia madre di questo Emilio, e moglie di Jacopo Cavriana testatore 1553. In quest’alto si la menzione anche di un Giammaria Cavriuna fratello di detto Emilio fu di Jacopo, -r Non mi pare che, attese le epoche, si possa dire, essere o l’uno o l’altro di questi Emilii quello di cui parla e il Navagero e il Sanuto. (114) Che si volesse fare secrclamente fuggire il re prigioniero pare anche vero dalle parole del Castiglione ( p. 5 Lettere). Affermasi per certo Memorami con alcuni altri essersi fuggito da Madrid perchè uveva ordine e certi modi da far fuggire il re. Ma il Sciassi dice nella nota: Non trovo che questo fatto qui indicato dal Castiglione si avverasse. Il Sanuto ne’Diarii (XL. 418, 419) ripete ciò che dice il Navagero, però sulla fede del Navagero medesimo. (115) Dispaccio da Toledo 24 novembre 1525. (116) 11 Duca di Vandomo, cioè di Vendòme era Carlo di Bourbon pari di Francia, Governatore di Parigi, e dell’ Isola di Francia figliuolo di Francesco, nato a Vendóme 1489, morto 1556, o 1557 in Amiens, militare coraggioso, di cui il Moreri ( p. 242 mini. \lll, e p. 752 Voi. 11. ediz. 1752). Il Moreri alla p. 242 lo dice morto nel 1557 e alla p. 752 del 1556. (117) Liutrec, Lotrecco, era Odetto di Foix più conosciuto sotto il suddetto nome di Lolrec maresciallo di Francia, uno de’ più prodi capitani del suo tempo, morto 1528. Vedi il suo articolo a pag. 291 del Tomo XXXI. della Biografia Universale. (*) Lodovico I. figliuolo di Giannantonio T. di Cumposampiero gonfaloniere di S. Chiesa, oltre che dallo Scardeone (p. agi, aq1} Lib. III. classe XIII.) è ricordalo a p. 519 e 5a6 delti Cenni storici delle famiglie di Padova (ivi 18{a, 4. fig ). E vi si narra, che morì in Roma Fanno 15 a 1 pugnalato nottetempo per via da sconosciuti. Il Sanuto, come si vede, ha gualche ulteriore particolarità; e anzi aggiunge: Chi mal vivo mal muore, iorse alludendo all’essere stato Lodovico bandito da Padova per aver vendicata la morte di suo fratello Girolamo rimasto ucciso in un duello.