S. ANDREA DE ZIRADA. 46 il padre Sigismondo da Venezia ( Cimaro-sto) nella Biografia Serafica. Venezia. Merlo 1846. 8. 23. « Giornale di Spirito per l’anno 1760 » nel quale ogni giorno si registra una ri-» stretta memoria del Santo o del mistero d occorrente, Coll’Aggiunta di una breve » massima tratta dalla Sagra Scrittura e » da’SS. Padri. »» In Venezia 1760 presso AttIonio Zatta. Anche questo Giornale di Spirito ( ossia spirituale ) è novella pruova della divozione del Cornaro che non vi mise suo nome. Un altro egli ne compose collo stesso titolo per l’anno seguente 4761, ma affatto differente dal primo; indi ne scrisse un terzo pel 4762 ma ridotto in versi, ed ancor questi furono impressi dallo Zalta. 24. « Esercizio Divoto di nove giorni » in apparecchio alla festa del B. Pietro » Acotanto nobile Veneziano. » In Venezia per Antonio Zalta. 8. Opuscolo di 16 pagine. Ila premessa l’immagine del B. Pietro in alto di far limosina. 25. « Regole per la instituzione di una » divota compagnia in onore del B. Pietro >* Acotanto con un breve ragguaglio della » di lui Vita. » Quest’opuscolo di 16 pagine senza data, non ha frontispicio, ma un ritrailo del B. Pietro inciso dal Iiizzi. Comincia con una prosa A'Divoli del B. Pietro Acotanto, nella quale si stabiliscono le Redole suddette. Poi segue un breve ragguaglio della Vita del Beato. Abbiamo già veduto al num. 11 quanta premura si prese il Cornaro per promuovere il culto del B. Pietro. Non contento di ciò Flaminio, avendo uniti altri senatori, e pstrizii, e civili persone, fu a loro spese eretto nella Chiesa di S. Basilio un cospicuo altare all’Acotanto, con tavola che fece dipingere il Cornaro dal pittore Giuseppe Angeli. (Questa tavola è oggidì conservala nella Sagristia di S. Maria di Misericordia per merito del chiarissimo e reverendissimo Fra Pietro dottore Pianton abbate benemerito assai di quella Chiesa). E in un’ urna di marmo sopra la mensa di quel-Valtare fece trasportare le sagre sue ossa; e adornollo. Radunò poi una devola Compagnia di patrizii, e di altre persone di merito che mantenevano' annualmente del proprio il culto al Beato. Fu in questa occasione che fece imprimere senza suo nome i detti libretti a’num. 24 e 25, il secondo de’quali fu ristampato altre volte senza data, sendo di quelli che dispensavansi a’cou-fratelli aggregali alla Compagnia per lire otto venete annue. E inoltre avendo ordinato un solenne Triduo per tale festa fece allora dispensare un ben concepito e disteso elogio della Vita e Virtù del Beato scritto eccellentemente dal P. Giuseppe Zauli Gesuita ( dice il p. Costadoni ), che fu anche uno degli eleganti Panegiristi in esso Triduo; e fece pure dispensare una immagine del B. Pietro in atto di far elemosina a’poveri, vestito in abito di patrizio Veneto, e questa immagine tratta da quella soprariferita del-l’Altare fu pulitamente incisa in rame dal celebre Francesco Bartolozzi. Io credo che l’elogio, del quale qui si parla del p. Zauli, sia l’Opuscolo di p. 24 anonimo intitolato: « Memorie spettanti alla Vita del B. Pietro » Acotanto patrizio Veneto secolare. » In Venezia 4759 presso Antonio Zalta, in 4. col ritratto e le parole: « B. Petrus Aco-» tantus Patritius Venelus cujus corpus co-» litur in Ecclesia S. Basilii Venetiarum. » E se la cosa fosse così, avrei sbagliato alla pag. 230 del Volume I. delle Inscrizioni, attribuendo a Flaminio Cornaro queste Memorie anonime. 26. « De cullu Sancti Felicis presbvleri » Nolani cum titulo Confessoris apud Ve-» netos. » È inserita tale Dissertazione nel T. XIII. della Nuova Raccolta degli Opuscoli Calogerani. 4765, a p. LXXV. È senza nome del Cornaro. Dimostra 1’ autore che sebbene possa convenire a S. Felice il titolo di Martire, come Santa Chiesa gliel concede ; nondimeno conchiude che possa per aulico possesso venerarsi qual solo Confessore dì Cristo, perchè sostenne bensì le pene del martirio, ma non morì tra esse. 27. « De Sanctis Theodoro Amasene et » Theodoro Heracleensi Marlyribus Venetia-» rum patronis. » Sta nel Tomo XIV della suddetta Nuova Raccolta a. 1766. pag. 4. Anche questa operetta è senza il nome del Cornaro. Comunemente in Venezia veniva riguardato per protettore un solo Santo Teodoro, ma il Cornaro scoperse che ambedue i Santi Teodori erano distinti per protettori della Metropoli. E in mezzo l’oscurila e confusione degli scrittori, che mescolarono le