264 S. MARTINO DI MURANO. (203) Dispacci da Granala 20 settembre 4 526, e 7 ottobre 1526. — S’accordano le parole del Navagero con quanto ha il Castiglione (Leltere p. 84, 88, 91) circa la risposta data da Cesare al Breve Pontificio, dicendo a p. 91 che la risposta al parer suo è più acerba che la proposta; per lo che esso Castiglione si dolse col Grancancelliere che avesse fatto una cosa tanto disonesta. Veggasi anche il Denina p. 67, 68. Elogio citato. La risposta di Cesare in data 48 settembre 4526 da Granata leggcsi a p. 219 del T. I. Correspondtnz des Kaisers Karl V. 1844. — Quanto al disgusto del Grancancelliere per non essere stato eletto -Cardinale veggasi qui la nota (51). (204) 11 Capitano Iìuncadulfo, o Roccandolfo è più volte ricordato dal INavagero, siccome condoltiere di Lanzechencch a Perpignano, che nel settembre 4 525, e propriamente il dì innanzi alla pubblicazione dell’ armistizio tra Francia e Spagna avea prese alquante'ville verso Narbona. Egli lo lauda come gentil persona e molto amalo da detti siioi fanti per averli condotti in Ispagna. Anche ne’ Diarii del Salitilo Irovansi memorie del Capitano lloccandolfo. Egli dice che essendo nel 30 ot-lo-brc 4512 stala falla in Brescia la mostra delle genti nostre Ire miglia lungi da quella, a requisizione del Viceré, il Capitano pronunciò quesle parole: cotesla è bella gente. E il provveditore Paolo Cappello risposegli: Non è meno al comando della Cesarea Maestà, di quello sia della Signoria nostra: Egli soggiunse: spero che cosi sarà presto. Ma i portamenti di questo Capitano Cesareo, quand’ era in Verona, non furon certamente lodevoli verso quella città e luoghi circonvicini; imperciocché nel giugno 4513 seppesi che uscito fuori con duemila fanti, e seicento cavalli avea saccheggiate, e bruciale alcune terre nostre fra le quali Soave e Cotogna e aveva eziandio presi tre gentiluomini Veneziani di qualità, e arso il ponte sopra l’Adige. Il Castiglione parimenti ne lo rammenta, per la facoltà di testare non limitata clic ifveva ottenuta dal Papa (Lettera da Vagliadolid primo febbrajo 4527 p. 432). Nicolò Tiepolo diceva che Roccandolfo Capitano tedesco ha praticato in Spagna e nelle guerre d'Italia lungamente ed è riputalo uomo di cuore e che intende le cose della guerra meglio che alcun altro germano e però il re gli diede il governo delle genti tulle ché aveva in Ungheria e lo fece Capitano di tutta quella impresa (Relazione dell’ambasciata di Carlo V. 4532 inserita a p. 96 della Serie I. Volume I. delle Relazioni. Firenze 4839). — Quanto alla della armata di Lunzechenech faceva menzione anche una copia di Leltere in data 9 ottobre 4526 venute da Granata, che Ieggesi a p. 261 del Volume I. de’ Documenti di Storia Italiana (Firenze 1836), scndovi qualche diversità nel numero delle navi. (205) Dispaccio da Granala 8 ottobre 4 526. — 11 Castiglione a p. 95 delle Lettere ricorda similmente la investitura al Duca di Ferrara di cui qui il Navagcro. Concorda con ciò anche la copia di Leltere 9 ottobre 1526 di cui ho testé dello alla nota 204. In elicilo scrivevasi da Granata : » La Cesarea Maestà ha concesso la investitura di » Modena, Reggio et Carpi al Duca di Ferrara. È stato qualche controversia so-» pra Carpi perche lo Imperadore lo voleva dare in dote a sua figliola. Finalmente » il predetto Duca l’ ha pur ottenuta, il che acciò si risolvesse il tulio li resterà. » Così lo Oratore suo qui intendo ha giurato la fidelità delle sopradetlc terre, ma » secrelainenlc: pur lo ho di buon loco, et il compagno ha visto il privilegio della » investitura ». E infatti sì il Castiglione come il Navagcro ricordano la cosa come segreta in modo da non poterne sapere i particolari. — Il chiarissimo Marchese Giuseppe Campori mi scriveva da Modena che la dala dell’ investitura, di cui qui si parla, fu il 5 ottobre 1526, avvertendo però che in quel tempo l’investitura di Carpi fu solamente promessa, e non fu concessa formalmenle se non se nell’ 8 aprile 1530 dallo stesso Imperadore Carlo V. in Mantova. Per conseguente l’investitura del 1526 comprendeva soltanto Modena e Reggio considerate allora come feudo imperiale. Siccome poi il Muratori (Antichità Estensi T. II. p. 358) segna l’anno dell investitura di Carpi, ma non il giorno in cui fu accordata, questo giorno