S. MARTINO DI MURANO. 231 » facllo domani andrò a riveder Tivoli. Vovvi per dar piacere a M. Andrea il quale » fatto il dì dì Pasquino si partirà per Vinegìa » (Leti. Bembo. Voi. I. p. 29 ediz. 1745, 8 ). Che fosse a Roma apparisce eziandio dalla lettera di Bartolommeo Ricci al Navagero, ristampata a p. 129 dell’ediz. del Volpi, sebbene uon vi abbia data. ^25) Vedi Terentius. Aldus 1517, 8. Francesco d’Asola o Asolano è l’apparente autore di questa Lettera diretta Joanui Glorierio; ma che sia fattura del nostro Navagero lo assevera il suddetto Ricci nel libro primo De Imitatione colle parole : Quae ab Andrea Naugerio in sua in Tcrentium epistola prudentissime sunt disputata .... Naugerius qui Terentio post multa saecula adversns multorum sentcntiam in co-micis locum suum praeclcre restituii (Volpi p. 427 il quale ricorda Francesco Florido Sabino). Ma il Sabino, che difende Plauto in confronto anche del Navagero non entra nella quistione se la 'jettera col nome dell’Asolano sia propriamente di questo o del Navagero, dicendo : sive Naugerii ergo sive Asulani fuerit, ne jlocci quidem eo facio quae nihil aliud quam cavillandi studio} maledicendique pruriginem praeseferat. E poi dice: cujus (del Navagero^ esse in Plautum epistolam, quamvis alieno nomine inscriptamplerique fatentur. IHagnus tamen (Naugerius) vir fuit et nemine dissentienle maximus litleratus. Più cose similmente soggiungendo Eurico Stefano nel passo citato dal Volpi conira 1’ opinione sostenuta da Andrea Navagero a favore di Terenzio, non entra ad esaminare se la Lettera suddetta sia del Navagero o dell’Asolano : nam Andreas Naugerius aut quicumque est illius epistolae auclor (Vedi: Francisci Floridi Sabini in Iti. Adii Plauti aliorumq. lalinae linguae scriptorum calumniatores Apologia. Basileae 1540 fol. a p. 9 e a p. 111 num. 26, e vedi Henrici Slephani De Criticis Uissertatio. Parisiis 1587 a p. 29_, 30j 31 32). La delta Lettera fu riprodotta in altre edizioni Aldine 1521. 1541 ec. Vedi Re-nouard; e fu ristampata a p. 94 dal Volpi. (26) Le Correzioni del Navagero alle Orazioni di Cicerone uscirono coll’ edizione M. T. Ciceronis Orationes Fenetiis Aldus 1519. Volumi tre 8. Queste emendazioni avevaie già enunciale Aldo nella accennata Lettera premessa all’ Opere Retoriche di Cicerone 1514 (Vedi qui la nota 18). Nel secondo Volume della ristampa delle Orazioni slesse eseguita Venetiis in officina Lucaeanlonii Juntae post germanam gallicantque editionem etc. MDXXXIIII (1534) fol. per cura di Pietro Vettori si legge: M. T. Ciceronis Orationes ab Andrea Naugerio patritio Fendo summo labore ac industria in llispaniensi gallicaque legatione excussis permultis bibliothecis et emendatiores multo factus et in suam integritatem ad exemplar codiami anliquorum longe copio-sius reslitutas eie. Vedesi da ciò, che il Vettori non si valse soltanto della edizione prima Aldina 1519 emendala dal Navagero, ma avute manoscritte quelle ulteriori osservazioni e correzioni che il Navagero nei Viaggi di Francia e di Spagna, dei quali diremo in scguito_, aveva falle, ristampò con tali aggiunte le Orazioni Ciceroniane nel 1554. lì che il Navagero avesse lasciate, dopo di se, tali giunte si sa di cerio dall’editore, o meglio, dagli amici editori •dell’ Opere di lui 1530 i quali scrivono: decreveruntque etiam propediem librariis dare Marcimi Tullium, Tercn-tiumquej et alios aliquot bonos auclores quos ille industria sua pene incredibili, eollatis omnibus ubicumque terrarum egil, exemplaribus, custigutiores effecerat, e la cosa si riconferma dal Decreto 19 febbraro 1529 (cioè 1530) che concede la edizione dell’Opere del Navagero; Decreto che abbiamo qui riportalo ove delle Opere del Navagero, alla nota 298. Mario Nizolio (Epislol. ad Leclorem praefixa suis in Ciceronem obseivationibus) attestava, che Lucanlouio Giunta, quanto alle Orazioni di Cicerone si servì exemplari cotredissimo Audreae Naugerii quod olim vir ille eruditissinms et scriptorum Ciceronis studiosissimiis manu propria ex variis et antiquis Codicibus itmumeris pene in locis castigarerat ac multis partibus auxe-rat repertis aliquot Orationum membris quae in bibliothecis antiquis jamdiu a nemine nec visa nec leda delituerunt. Finalmente il Bembo scrìvendo al Rarausio