S. MARTINO DI MURANO. l’autor della Cronaca), e cre.de che il nostro M. Andrea (ecco l’Ambasciadore ossia lo storico) le dovesse avere. Fi prego intendiate da M. Bartolommeo ( fratello dello storico ) s’egli sa alcuna cosa di questo. Siccome poi il Bembo non dice il nome del cronista IS’avagero, così si potrebbe dubitare se avesse nome Andrea o altro. Ma trovandosi scritto nel Codice Estense di antica mano il nome di Andrea, è assai probabile che così avesse nome il cronista, e quindi che sia bene a lui, e non ad altro, attribuita la Cronica impressa nel Muratori. II. ANDREA NAVAGERO, cui spetta la epigrafe che mi son posto ad illustrare, nacque in Venezia nel 1483 da Bernardo Navagero e da Luerezia Bolani (1), e fu provato per l’ingresso nel Maggior Consiglio del 1504 (2J. Educato dapprima nelle corrotte scuole letterarie de’suoi tempii seppe però in seguito mettersi sulla via sana della pura eloquenza latina, e divenire, come vedremo, oratore e poeta dotto ed elegante. Sortito avendo un ingegno versatile, una memoria tenace a segno di recitare gl5 interi libri de’poeti (3) riusciva egli di grande piacere agli uditori, e 1’ amabilità de’ suoi costumi gli procurò quegli estimatori ed amici che avremo campo di annoverare in appresso. Le lettere latine gli furono insegnate da Marcantonio Coccio Sabellico (4). Andò poscia a Padova e quivi lettere greche apparava da Marco Musuro Crelense (5), e fra gli autori greci eh’ erangli più cari fu Pindaro che non una volta sola copiò di sua mano (GJ. A questi studi unendo quelli della filosofia, udì le lezioni del celebre Pietro Pomponaccio (7). Molto dimorava in Padova^ caro a tutti que’ professori, e tanto affezionato era di quella città che in un elegante poemetto pianse la devastazione fattane da’ nemici al tempo della lega di Cambray (8); e in un altro poemetto ne descriveva le bellezze di Vanzo (9). Fatto ritorno a Venezia e conosciuto il suo valore spezialmente negli studi letterarii e della classica latinità, venne ascritto fra’ sodi della celebre Manuziana Accademia (10), e contemporaneamente parte faceva anche dell’ altra illustre Società in- stituita dal famoso capitano generale del-1’ armi Venete Bartolommeo Orsino da Liviano dal quale aveva una provvigione, e col quale trovossi in alcune battaglie (11). Un primo saggio de’suoi talenti per l’eloquenza, e bello certamente, noi lo avremmo in quella Orazione funerea recitata 1’ anno 1510 innanzi al Doge Leonardo Loredano, e al Senato, per la morte di Catterina Cornara regina di Cipro, se questo componimento avesse avuto la sorte di pervenire fino a noi. Egli vi comprendeva eziandio le laudi della famiglia di quella celebre Donna (12). Sappiamo che intorno al 1513 il Navagero aveva inclinazione allo stato ecclesiastico, ma, qual che poi ne sia stata la cagione, vedesi che non l’ebbe abbracciato (13). Ap-, partencndo all’Accademia Manuziana, come si è detto, ajulò molto il vecchio Aldo nel ridurre a buona lezione parecchi classici autori, colla scorta di ottimi codici, o nello arricchirli di annotazioni; e i primi che pubblicava erano nel 1514 Cicerone, Quintiliano (14) e Virgilio (15); nel 1515 Lucrezio (16); nel 1515 e 1516 Ovidio (17). Pare che anche sopra i libri della Filosofia di Cicerone lavorasse per darli fuori corretti, e anche sopra Tibullo abbia fatte le sue osservazioni e correzioni ; ma queste non vennero alla luce (18). In tutti quei lavori dimostrò il Navagero non solo grande diligenza nel consultare i migliori esemplari, ma sì bene esatto giudizio nello sceglierne le più adatte e più corrette lezioni. Venuto a morte il suaccennato Liviano nel 1515 ne recitò in pubblico la Orazione (19), nella quale^ a giudizio anche del chiariss. Ab. Antonio Mencghelli nell’Elogio che citeremo in seguito, il Navagero anziché assumere le parti di minuzioso biografo, si arrestò a magnificare il valoroso capitano; il che fece con grande eloquenza. E certamente la fama che nel recitare cotesta Orazione acquistossi, fu tale che nel 1518 era stato richesto a tessere 1’ Orazione funebre all’ illustre Gianjacopo Trivulzio, se non che altri fuvvi sostituito (20). Dopo la morte di Marcantonio Sabellico succeduta nel 1506, non era stata ad alcuno affidala la custodia della pubblica libreria Nicena fino al 30 gennajo 1515 a stile veneto, cioè 1516 a stile comune3 in cui vennevi destinato il Navagero in conseguenza a un