che è fatto di pensieri, di affetti, di ricordi comuni e di solidali speranze, non si può distruggere con un decreto improvviso e incontrollabile, e non si può abbattere con un colpo di bastone. Così, come sempre avviene nelle lotte violente contro i più puri movimenti spirituali, la guerra contro il cattolicesimo non è valsa che ad inasprire sempre più la situazione interna, in Croazia e in Slavonia. I ragazzi croati vengono costretti a iscriversi nelle organizzazioni « sokoliste » che fanno professione di ateismo. Tutti i professori e i maestri croati e sloveni che avevano esercitato una qualsiasi attività in organizzazioni cattoliche, sono stati senz’altro spietatamente destituiti; quelli che non avevano dieci anni di servizio sono stati licenziati, anche se non avevano mai rivestito alcun ufficio in quelle organizzazioni; coloro infine che erano in servizio da più di dieci anni, sono stati, in parte, collocati in pensione, e in parte trasferiti nelle provincie macedoni o bosniache. Un sì brutale sistema ha suscitato naturalmente, la più viva e legittima irritazione nelle popolazioni. I genitori hanno dovuto amaramente constatare ed accettare per forza l’allontanamento dei migliori insegnanti; ma - 82 -