slava, riaccostando il periodo attuale a quello che precedette l’eccidio del giugno 1928, quando Stefano Radic ed altri deputati croati furono assassinati nella Scupcina. Oggi, come allora, si svolge una disonorevole campagna di stampa con la quale si vuol dimostrare la necessità di versare altro sangue. « Oggi la Serbia corre lo stesso pericolo dell’estate 1914 », scrive la Vreme, che annunzia anche di aver ricevuto migliaia di risposte approvanti e sostenenti la sua tesi, specialmente dai comitagi (cetnici) ». « Se si approvano tutti questi fatti — conclude il manifesto — bisogna venire alla conclusione che noi viviamo in una spaventosa atmosfera, che minaccia anche gli uomini più tranquilli non sol tanto nella loro sicurezza, onore e libertà, ma nella stessa loro vita. Con questo appello noi vogliamo anche compiere il nostro dovere : noi vogliamo unirci alla protesta generale contro i delittuosi attentati commessi sulle persone dei nostri camerati più eminenti, lavoratori instancabili nell’opera di evoluzione culturale del popolo; noi vogliamo prestare la nostra parte di soli darietà a quelle nobili nature che si sforzano di richiamare in vita i diritti più elementari dell’uomo: vita e libertà». ' 153 *