S. ANDREA DE ZIRADA. 95 Ma l’esatto genealogista Marco Barbaro nel-l’indicare quanto dicon le dette Cronache, osservava che fino dal 4122 trovasi nelle nostre famiglie il cognome BARBO, poiché Anselmo, Gabriele, e Domenico Barbo so-scrissero al privilegio che fece Domenico Michiel Doge a que’di Bari; privilegio di cui Ilo fatto più volte parola negli antecedenti Volumi. Inoltre del di78 un Paolo Barbo fu de’quarantuno che elessero Doge Orio Ma-stropiero; ed avvi Pantaleone Barbo q. Pancrazio che del 4204 fu uno degli elettori che crearono Balduino conte di Fiandra ad Im-peradore di Costantinopoli, di che vedi il Sanuto (R. I. Scrip. Voi. XXII. colonna 531) e del 4225 fu il primo podestà di Chioggia, come a p. 91 della Cronaca detta Barba (cod. Marciano num. LXVI che citerò più avanti). Peraltro nella serie a stampa dei Podestà di Chioggia lo si pone dopo l’anno 4214 e prima del 4246. (pag. 27.) Il Barbaro però Io pone nel 4225. Ma l’albero di tale famiglia non comincia nel genealogista Barbaro, che da Pancrazio ossia Pan-crali il quale del 4268 era consigliere, ed abitava, come altri che da lui discesero^ nella Contrada di San Pantaleone. L’Albero invece datoci dall’altro genealogista Cappella» comincia da un Nicolò Barbo 4036; ma questa antichissima discendenza non è affatto sicura fino a Pancrati, sebbene sia certa la esistenza di varii individui in tale famiglia anteriori a Pancrati. E poiché ho qui di passaggio nominato un Pantaleone Barbo, torna in acconcio di ricordarne altri due dello stesso nome, che contemporanei vissero nel successivo secolo XIV, le azioni de’ quali per la vicinanza del tempo, tra di loro si confondono. Or io, seguendo le traccie principalmente dello storico Caroldo (tuttora inedito) stabilirò colla possibile diligenza finali latti alF uno e quali all’ altro debbansi attribuire. Il primo è Pantaleone Barbo procuratore figlio di Marco, il seconda è Pantaleone Barbo cavaliere figlio di Francesco. 1. Pantaleone Barbo procuratore, detto *1 Orando, fu figliuolo di Marco q. Pancrazio (Alberi Barbaro e Cappellari), ma secondo il genealogista Priuli fu figliuolo di Mar- 00 Pietro. Fino dal 4350 era de’Savii Maggiori della Repubblica. Rimase nel 4353 Consigliero della Città, alla qual carica fu rieletto l’anno 4355, 4359, 4364, 1367 (Geneal. Priuli). Era appunto Consigliero del sestiere di Dorsoduro nel detto anno 4355 quando fu scelto fra’primarii della Città per consigliare intorno la spedizione del processo contra il Doge Marino Faliero ( Sanuto p. 633, e Caroldo libro Vili. p. 159. del codice mio segnato num. 292). Seguita del 4355 al primo di giugno la pace tra’Veneziani e i Genovesi colla mediazione di Galeazzo, Matteo, e Bernabò Visconti signori di Milano, venne spedito il Barbo insieme con Lorenzo Soranzo a’ principi collegati de’Veneziani ch’eran quei di Padova, Verona, Mantova, Ferrara, e Faenza per procurare che fossero compresi uella pace conforme a ciò che erasi stipulato, ma non vollero acconsentirvi. (Caroldo. ivi. p. 161. tergo) Del 4357 era il Barbo uno de’savii per le ostilità degli Ungheresi sul Territorio Tri-vigiano (ivi p. 482); e del 4361 uno de’dieci savii per conciliare il modo di assecurare il pontefice Innocenzo VI contra i Francesi che in Avignone il travagliavano, ed esibirgli ajuto; se non che per essersi tra quelli e il Papa conciliate le cose, non v’ebbe più bisogno dell’oilerte de’Veneziani (ivi p. 189). Del 4364 era Podestà di Chioggia ( p. 39 Serie a stampa ). Nella creazione del Doge Marco Cornaro succeduta nel 4365 fu uno de’quarantuno elettori (Sanuto p. 662). Per compensare i meriti acquistati nelle varie sostenute incumbenze fu del 4366 a’40 settembre promosso a procuratore di S. Marco de Ultra (non de Supra come ha il Cappellari); ma rifiutò otto giorni dopo (Sivos. Elezioni de’Procuratori; e Coronelli ec.) Fu però subito fatto Consigliero, e in questa qualità era nella sede vacante per la morte del detto Doge Cornaro avvenuta nel 4367. Poco dopo, dice il genealogista Priuli, morì anche Pantaleone, e in effetto non gli assegna altri carichi pubblici dopo il 4367. Che sia morto in quel torno puossi conghietturare anche dal seguente suo testamento varii punti del quale ho copiati dagli Atti originali di Conte di Bertoldi notajo, e precisamente dal Registro suo al N. 326. « In nomine dei » eterni Amen. Anno ab incarnatione Domini » nostri Jesu Christi millesimo trecentesimo » sexagesimo sexto mensis martii die vige-