448 S. JACOPO MAGGIORE DI MYRANO. del 1504 sollevava le monache stesse miserabili dal pagamento delle decime, annuendo a supplica da quelle presentata, e che mi piace di pubblicare (Documento A). Ma altri benefattori ci furono fino dal secolo XIV : imperciocché col testamento. 15 marzo 1332 di Zuanne di Vieimo detto di Vericelli rogato in atti di prete Antonio di Santa Soffia di Venezia è lasciata una casa posta in Murano, ed ordinasi che .una terza parte del tratto di essa sia spesa in concieri delle chiese di Muran cioè S- Maria, S. Stefano, S. Salvador, S. Giacomo, S. Andrea, S. Maf-fio, S. Martin, S Maria degli Angioli, Santo Mattia, S. Nicolò. E altri se ne veggiono agli anni 1334, 1343, 4348, 4349 nel qual tempo era tuttavia Suor Gaudenzia priora del Monastero di S. Giacomo di Galizia (4). Infine dalla nota che sottopongo alla Inscrizione seconda, pare che circa la metà del secolo XVI abbia avuto questa chiesa un altro ristauro a merito di ANDREA BOLDU’. E il Fanello nelle sue mss. schede dice che del 4 694 ad 8 agosto fu nuovamente eretto 1' altare maggiore della Chiesa di S. Giacomo Apostolo coll’ esborso di lire 875. 11 Senato nell’anno 4772 per suffragare l’indigenza di queste claustrali emanava il sottoposto decreto (2); ma ridotte elleno a scarso numero, poco prima della caduta della Repubblica, laseiato questo, passarono nel cenobio di S. Maria degli Angeli, e poco dopo e chiesa e chiostro di S, Jacopo furono atterrati (Documento lì). Nel sito ove sorgevano, oggidì (4854) è un campo incolto che diciamo campazzo, con una stanza ad uso de’Finanzieri, da noi appellata Caselo de Finanza. V’ erano in altri tempi nella Chiesa bellissime pitture; ma da qualche lustro (anteriore al 1807-1808) un Console Inglese coll’esborso di ducati 1300 seppe ottenerle dalle Monacne sostituendo moderne copie (3). Il Moschini non vide Inscrizioni, e io neppure. Quelle poche che riferisco son tratte da manoscritti. ’ Parlarono di questo luogo il Cornaro ( Eccl. Tore. Pars. II- p- 176-200 ). Lo f\) Dal suddetto S«romano, Calcistico ee. (2) 4772. 25. febraro ¡n Pregadi. « Verificate dal benemerito magistrato sopra Mona-» steri le indigenze delle Monache di S. Giacomo di Marano, le rendile delle quali per » gli annui fissati riparli con suoi creditori non possono reggere al giornaliero mante-x nimento di 51 religiose colà esistenti, conosce quindi ben impiegato un qualche cari-» tatcvole suffragio in sostentamento di quella monastica famiglia, al che concorrendo il » Senato, in vista della sua infelice situazione, si eccita perciò il Magistrato de’Depulati » ed Aggiunti alla Provision del Dinaro di suggerire le misure che trovasse convenienti » a soccorso del Monastero slesso, e se possibile fosse suffragarlo colli civanzi del Lotto » Pubblico, sicché minorare con ciò le riconosciute angustie e ristrettezze di quelle po-» vere Religiose,' » (5) Il Moschini ciò dice a p. 403 della Guida 4808. — In effetto il Boschini rifatto dallo Zanetti (4735) a p. 453 nota le belle pitture eh’erano allora in questa chiesa. Ma non trovandosi tutte descritte dallo Zanetti del 4771 a p. 612 ove parla di S. Iacopo di Murano, convien dire che la maggior parte di esse fino da allora non vi si vedessero più in pubblico. Quelle pitture vendute erano le due tavole delta Resurrezione di Cristo e la Visitazione di Santa Elisabetta, il quadro della Cena del Salvatore, il quale era nel Refettorio, e le portelle dell’ Organo opere tutte di Paolo Veronese, la tavola di Cristo cogli A-postoli che dal Ridolfi si dice dello stesso Paolo e dal Boschini del di lui fratello Benedetto, e finalmente il martirio di Santa Catterina e Sant’ Agostino due belle tavole del Palma giovane. Lo Zanetti 1774 non indicava esistenti allora se non queste due ultime del Palma.