486 S. MARTINO DI MURANO. apprescntatori c a mille altri li quali non cessano di domandare. Eravi poi un altro costume, che nelle case ove stavasi in Ca-stiglia non si pagava affitto, ma conveniva fare le spese a quelli di casa. E arrogevasi, che sendo vicine le nozze di Cesare, sarebbe convenuto al Navagero accrescere le spese^ e avrebbelo fatto a costo di dover lasciare tutte le sue facoltà, e di ordinare che fosse venduta a Venezia qualche cosa del suo. Concludeva però sperando che la Signoria non 10 avrebbe lasciato ridurre a cotesti estremi, e che lo avrebbe di qualche cosa straordinariamente ojutato (151). Replicava intanto il Gran Cancelliere che il re cristianìssimo non osserverà le promesse e a chi diceva che esso Gran Cancelliere dà credenza alle profezie, rispondeva che in questo caso le sue profezie eran appoggiale sulla rimembranza delle cose passale, sulla considerazione delle presenti, e al giudìzio che poteva lare sulle future, e che queste sono le sue profezie: imperocché riandando il passato non trovava mai che i francesi servassero promessa fatta alla . Casa di Borgogna, e davane le pruove, che, tra molti altri^ il re Luigi padre del re Carlo avendo fatta pace col Duca di Borgogna, promise molto, e nulla attenne. E quanto allo Stato di Milano,, seppe 11 Navagero che uno di questi di Monsignor di Beurern fu a trovare il Nuucìo, il quale era un poco indisposto, e lungamente parlandogli si sforzava di persuadere il Nuncio che il Papa dovrebbe acconsentire che il Ducato di Milano fosse dato al Borbone, dicendo, che non avendolo luì, il principe Ferdinando, ch’era potente, lo vorrebbe; e alla fin fine ottenutolo, terrebbe Italia in continua guerra, lo che non farebbe il Duca di Borbone, il quale reputasi italiano (152). Fece gran soggetto di discorsi l’avvenimento in questi stessi giorni della nave Vittoria la quale fu alle Moluche, Isole ove nascon le specierie, c fece il giro del mondo. Quando partì di Spagna, partiron seco quattro altre navi, le quali si perdettero per varie cause, eccetto quella, e un’ altra nominata la Trinità, la quale fu presa da’Portoghesi, e menata a Malaga; parte de’cui uomini furon morti, parte lasciati in luogo dì dove non poteasi aver nuova di loro. Soltanto un vecchio di ottant’anni yenne a darne no- tizia, aggiungendo che questa nave era ricchissima e carica di assaissime sorte di specierie (153). Seppesi eziandio essere morto Don Hernando di Vega Commendator maggiore dì S. Jacomo (154), Consigliere di Cesare, uomo stato gran tempo col re cattolico, e che reputato era il più prudente e savio che appresso Cesare fosse (155). Madama la reggente si risolse di dar ostaggi il Delfino e il Duca d’Orleans, primo e secondogenito del re di Francia (l'56). Intanto a molti italiani, che lamentavansi del Yicere dicendo che non erasi bene portato a lavore d’Italia, il Navagero rispondeva che degli altri Stati non sapea, ma che verso la Signoria erasi sempre diportalo con tanta destrezza, gentilezza, ed umanità che la Sù gnoria saraglì eternamente obbligata (157). Fratlauto Cesare andava a Madril, e col re a vicenda visitavansi ; ma il re non ne era ben soddisfano perchè sperava che qualche cosa gli dovesse essere rimessa; anzi le guardie eransi fattq più strette di prima, nè altro aver poteva da Cesare, che buone parole (158). Un amico del Navagero ch’era domestico del re, e che parlava sempre delle profezie di una Suor Adeodata Monaca in Milano (159), e i» tutte le cose che aveano ad essere dicea 1’ opinione di costei, comunicò al Navagero che il re, dopo il parlamento avuto con Cesare, gli domandò quel che dicea Suor Adeodata; e gli rispose ch’ella diceva che l'Imperadore dovea venir quest'anno in Italia, a che il re lo avrebbe accompagnato, ma che avrebbero trovato contrasto del Turco il quale verrebbe pur in Italia ; ma che finalmente Cesare rimarrebbe vincitore (160). Per la venuta della Imperatrice, il Navagero partì da Toledo nel 24 febbraio 1525 (cioè 1526) e giunse in Siviglia agli otto di marzo 1526. In Siviglia entrata era la Imperatrice nel sabbato innanzi, cioè a’ 3, e l’Imperadore a’ 10. Ecco in qual modo racconta il Navagero le particolarità di questo accoglimento: » Tutti gli Ambasciadori che si trovammo » esser giunti qui innanzi il venir di Sua » Maestà, andammo col Rev. legato ad in-» contrarlo per buono spazio fuor della terra. » Tutta la strada per più d’ una lega era » piena di gente che da ogni loco vicino » era concorsa a vedere l’entrata. Un tratto » fuor della città venne tutta la nobiltà a