S. MARTINO DI MURANO. 185 gran perdita di tempo e di danari, ma piuttosto a prender direttamente la città di Venezia, la quale non avendo altra fortezza che l'acqua, sarebbe bastato l'animo al Marchese di Fescara di pigliarla con argini e fassine ( fascine ) per la via di Margara. E per mostrar a Sua Maestà la cosa più facile, mandò un disegno di Venezia con tutto quel che pensava di far esso. Questo disegno (soggiunge il Navagero) era fallo da un frale che era stato lungamente a Venezia, il quale avea trovalo quella via che proponeva il Marchese, cioè tagliando alcuni argini che sostengono l'acqua, li quali tagliati, Venezia resterebbe senza acqua e vi si potria andar con fascine. Confessava però il Navagero. di non capire come ciò succedere potesse, e teneva che fosser baje messe fuori da’ nostri nemici. Ma intanto il Gran Cancelliere in mezzo adattamenti di pace colla Francia, sdegnato che le cose non passassero coni’ egli avrebbe voluto, deliberato aveva totalmente di partirsi da Cesare; pure avendo comunicato questo suo pensiero al legato, e domandato consiglio, questi lo dissuase, la qual cosa il legato stesso in grande secreto comunicava al Navagero (141). Il quale in questo mezzo consolossi con Sua Maestà in nome della Repubblica delle felici sue nozze; per cui nell’undici gennajo -1525 (cioè 1526) partirono da Toledo il Duca di Beger (142) e VArcivescovo di Toledo (143) per andare ad incontrare l’imperatrice a Badajos, luogo lontano quattro leghe dallo stesso Toledo. Sonvi andati con grandissima pompa, e massimamente l’Arcivescovo, che avea gran numero di cavalli, e più di duecento muli, sendosi giudicato che tra livree e altre spese, cotesta andata abbiagli costalo da trenta mila ducati. Contrarie lettere intanto avevansi circa le truppe del campo Cesareo in Italia. Lettere di Antonio da Leva diceano esser molto deboli le forze d’Italia, affermando che questi popoli avevano affezione grandissima a Cesare, c