S. MARTINO DI MURANO. 245 Jere la fa Ini scala. È anche favoloso il da Porto ove narra del desinare che mandò a quegli sciagurati il Doge » negli animali del quale erano i segni di qual sorte • di morte avessero a finirla vita: perciocché ogni starna, ogni pollo, ed ogni al-» tro uccello che vi fosse, aveva una picciola fune al collo legata; nel veder la » quale si volea che gl’ infelici condannati, mangiando si ricordassero come poco • dopo dovevano essere impiccati ». Nulla di ciò il Sanuto, né altri, eh’ io sappia. Ma già ognun sa che Luigi da Porto era poeta e novelliere, e tulle quelle Lettere sentono assai e dell’uno e dell’altro. — Ho detto che anche il Bembo ne scrisse. Ma è d’uopo leggerlo nell’edizione pubblicala dall’ab. Jacopo Morelli in Venezia nel 4790 volume secondo p. 466-167, non nell’anteriore di Venezia 4552 p. 133 tergo, poiché in quest’ultima il passo è mutilato. — Sono però degne di ponderazione le parole del Bagarotto riferite dal Sanuto, che moriva innocente e non era stalo ribelle; imperocché in altro brano del Sanuto nel Voi. XXVI. pag. 134-435 de’Diarii sotto il giorno 49 gennajo 4518 (cioè 4519 a siile romano) si dice schietto : Fo presa una gralia dr. Piero Bagarolo fo poi di D. Bertuzi che fo api-chato in mezo le do coione, et lecto il processo fu conosciuto era marchesco (cioè seguace di S. Marco, del partilo della Repubblica ) e tamen fu apichuto, e toltoli ducati 20,000 d’intruda; hor fu preso darli ducati 400 « latino per il suo viver di danari eie. et ave tutte le balote. Soa sorela (Laura) a per marito (il Sanuto per errore dice moglie) Nicolò Aurelio Secretarlo del Cons.0 di X. Ergo era manhesco. III. Antonio Conti o Conte era nalo in Padova da Bernardino q. Nicolò Cavaliere, e da Mariella Zuccola fu di Nicolò, cittadina Veneziana, nel 4485 a’20 di settembre. — Perduta quella città da’Veneziani nel t509, Antonio seguì il partilo Cesareo, e fu in grande estimazione appo Massimiliano I., e Carlo V. Consigliere, ed oratore distinto fu adoperato da quei principi e da Ferdinando Arciduca d’Austria in molli ed interessanti affari, e spedito nel 4518 e 1523 al Duca di Moscovin, e nel 4522 incaricato di conchiuderc le nozze Ira la primogenita del re di Polonia, e Federico principe di Mantova. Altre Legazioni ebbe, finché in Ispagna nel Castello di Vagliadolid morì nel 4527 alla fine del mese di febbrajo ovvero al principio di marzo, essendo al servigio di Carlo V., e fu sepolto in quel Monastero di San Francesco. Lasciò copiosissimi Commentarii in islile Ialino delle dette sue ambasciane, i quali furon già veduti e letli dallo Scardeone che ne fece ricordanza a p. 299 Lib. III. classe XIII. Questi Commentarii sono probabilmente que’ Trattati che vengono notali e descritti da Luigi Ignazio Grotto degli Erri a pag. 53-54 come esistenti nel Tomo CCCXX dell’Archivio Conti in Padova (Vedi Cenni storici delle famiglie di Padova. Ivi 4842, 4.* fig. ). Del Conli, oltra lo Scardeone, aveva falla menzione anche il Salici a p. 49 rmm. 477 anno 4526 dell’ ¡¡istoria della famiglia Conti. Vicenza 4605 (ristampa del 4 770 circa). (66) Dispaccio da Toledo 28 luglio 1525 di tu Iti tre gli Oratori. (67) Di Giambatista Castaldo spedilo in Ispagna dal Marchese di Pescara per informare l’Imperadore delle pratiche tenute da Girolamo Morone a’ danni di Cesare, vedi anche la nota 2 pag. 45 nelle citate Lettere del Castiglione. Nel 4525 il Castaldo aveva recato al detto Marchese il privilegio del Ducalo di Sora e del Capitaniato generale delle genli Cesaree in Italia, ed era arrivato in Italia tre giorni prima che il Pescara morisse. Nell’aprile poi 4526 il Castaldo a nome del Marchese del Vasto era a Siviglia per sollecitar Cesare a mandar danari, sul timore che l’esercito si ammutinasse e producesse qualche grave disordine. (68) Il Marchese di Pescara era Ferdinando o Ferrando Dovalo o d’Avalos. militare di-