272 S. MARTINO DI MURANO. » saperò come governarmi, et mi sforzarò anco di far meglio di quel che mi co-» metterà V. S. Altramente dubitando di non errare, come quel che non è molto » esperto in tal negotialion non superò io medesimo quel che ini faccia che potria » esser con molto danno di V. S. — » Tale domanda egli replicava col Dispaccio 25 ottobre 1527 : » Io intanto non resto, nè resterò d’intertenermi sempre con » bone parole, pensando che questa sia la mente di V. S. Ben humilmente la sup-» plico quanto posso che risolvendosi et mandandomi potere di trattare cosa al-» cuna sia contenta di mandarmi la instruttiop copiosa et di sorte che la mente » di V. S. mi sia chiara sì ch’io non possi errare in far quel eh’è il desiderio » suo. Le cose son di tanto momento , che non si può far sì piccol errore che » non sia grandissimo et io sì ben conosco il mio poco sapere che non mi fido » ponto dì me se non son indirizzalo et illuminato del lutto da V. S. la qual ha-» vera poca fatica dell’ informarmi più copiosamente di quel che alle volte suole , » et questa poca fatica a me sarà di molta satisfaltione et agitilo, et alle cose sue » poiria esser di summa irnportantia et comodità. » (*) In effetto abbiamo nel Voi. XLVL p. -179. 180. mese di ottobre 1527 le varie discussioni tenute nel Senato sulla forma della Commissione da darsi al Navagero per trattare la pace con Cesare. Ma prima dì spedire cotesta Istruzione al Navagero^ la Signoria inviolla a Sebastiano Giustiniano Ambasciatore Veneto in Francia, incaricandolo di farla vedere al re Cristianissimo. Questa notizia ebbe lo stesso Navagero in Lettera di quel-1’Ambasciadore 5 novembre 1527, la qual cosa dal Navagero comunicata a’Consiglieri Cesarci, questi tutti l’ebbero molto cara, e dissero conoscersi da ciò il desiderio che nutrisce la Signoria per la pace, essendo venula più sollecita la risposta da Venezia, di’è tanto lontana, di quello che dall’Inghilterra che si poter, dir vicina (Dispaccio da Burgos 17 novembre 1527 ). (255) Sebastiano Giustiniano figliuolo di Marino q. Alvise, uomo di ammirabile eloquenza, e destrezza nel trai lare i politici affari, dopo molli onorevoli incarichi in patria, e molte ed illustri ambascerìe sostenute appo i principali potentati di Europa, lu eletto a procuratore di San Marco nel 1540, nella qual dignità, sialo Ire anni, morì nel 1545, e venne iiiterratOj écnz’alcuna epigrafe, in San Sebastiano alla sinistra neU’cntrare in Chiesa, sul pavimento. Il Coronelli («Serie de’ Procuratori p. 85 ) errava nel dirlo lìgliuolo di Pietro. Di lui abbiamo alle stampe : Oratio magnifici ac durissimi domiui Sebastiani Jnstiniani Oratoris Fendi habila coram serenissimo domino Fuladislao rerje Fannonie, Boemie ec. die quinto aprìlis MCCCCC. in A." (senz’ alcuna nota), la quale fu volgarizzala col titolo: La Oralion del magnifico et durissimo Misier Sabastian Jusliniano Oratore Veneto facla al serenissimo signor Vuladislao re di Ongaria3 Boemia ec. adi cinque de aprile MCCCCC. in 4." ( senz’alcuna nota ). Tulli gli storici e genealogisti nostri parlano di lui, ed olire Pompeo Lilla nella famiglia Giustiniani, ne rammentò copiosamente Rawdon Broton in quest’anno 1854. Questo dotto inglese, che più volle ho nell’ Opera mia lodato, diede alle stampe una scella de’ Dispacci del Giustiniano Ambasciatore in Inghilterra col titolo: Seledion of despatches JVritten bij thè Fenelian ambassador, Scbaslian Ginstinian, and addressed to tlie Signori/ of Fenice, januarij 12lh 1515, to july 26f/i 1519 transluted by Rawdon Bro\Vu. London. Smilh. 1854. (Volumi due in 8.“ ). Il traduttore fa vedere la importanza di codesti scritti già esistenti O Questo passo del Navagero mi fa sovvenire, che anche l’Ambàsciadore ir* Firenze Carlo Cappello andava chiedendo alla Signoria istruzioni precise e di esser fatto certo del volere dì Sua Serenità. É qui giova ripetere la nota (a) che legge» a pag. iiq-ian della Lettera dello stesso Cappello, cioè eh’eli’era un arte de Veneziani quella di non iscrivere all'Ambasciadore per non impegnarsi c per acquistar teinpo> 0 che se di questa politica or muta ora distemperata in parole, e sempre Jredda ed interessata, i lettori prendessero noja, avvertirò col Capponi (nota al documento Molini ) che anche in questa noja e molta istruzione storica e gran presagio dei tempi che all’ Italia si preparavano.