pari, ma era troppo tardi per ritogliere ai serbi un potere così largamente concesso e che inevitabilmente essi avrebbero rivolto contro gl’interessati benefattori. Così avvenne. E fu proprio il Capo del partito serbo in Croazia, Svetozar Pribìce-vic, a scrivere nel 1903, apertamente nel suo giornale, il Srbobran di Zagabria : « Sulle rovine della Croazia si fonderà la grande Serbia ». Contro questo atteggiamento di Pribì-cevic e dei suoi, insorsero violentemente i croati, favoriti allora dalla polizia in seguito agli allarmi di Vienna; e la tipografia ove si stampava il Srbobran fu incendiata e distrutta. Ma tutto fu invano. Quindici anni dopo, il pericolo, allora lontano e di carattere semplicemente culturale, di una soggezione al partito serbo, doveva divenire per i croati, ancora più grave ed effettivo. Dal dominio di Vienna la Croazia passò sotto il comando militare di Belgrado. Sembra un paradosso, ma realizzatosi — (colla formazione del regno unitario sotto la dinastia serba) — l’ideale del partito serbo in Croazia, cominciò a cambiare lo stato d’animo di quei croati che erano stati artificiosamente mutati in serbi dal governo imperiale. - 65 - 5