S. ANDREA DE ZIRADA. 06 7 A. £. 0. | FLAMINIO CORNELIO IO. BAPT. SEN . F. | VIRO | OB . MONVMENTA . PA-TRIAE . ECCLESIAE . INLVSTRATA | ET . OB . ANTIQVOS . MORES . CLARISSIMO | QVI. SVPREMO . III. VIRVM . MAGIST. PLV-RIES . FVNCTVS | CVM . LVCTV . MAXIMO . E GEN OR VM | SANCTISStME ObIt | AN. MDCCLXXVIll. V. KAL. IAN. ¡ IOSEPII. ET . TIIOMAS . PARENTI. DVLCISS. ET B. M. j CVM . LACRIMIS . PI’. | VIXIT . AN. IAXXV. M. X. D. XXIIll. | H. S. | Sul suolo si legge la della epigrafe. II coperchio, ha quattro aquile bicipiti u’Iati del contorno. FLAMINIO CORNARO patrizio Veneto figliuolo di GIAMBATTISTA (I) q. Tommaso, q. Cornelio, della casa che abitava a S. Cándano, nacque in Venezia nel 4 febbrajo 1692 a siile veneto, cioè 4693 a siile romano; e sua madre fu Cattarina Bonvieini q. Flaminio. Quattro giorni dopo nella sua parrocchiale fu tenuto al sagro fonte dal principe I). Antonio Ottoboni nepote di Papa Alessandro Oliavo. Dotato di indole molto docile^ di non comune talento^ e di memoria felicissima fece molli progressi negli studi che sostenne nelle Scuole de’padri Gesuili, e prima di terminare il corso della filosofia tenne una pubblica difesa di alquante tesi della medesima nella Chiesa de’suddetli padri. Vestita la toga patrizia, ed entrato nel Maggior Consiglio^ non tralasciò la cultura delle amene letterej e nutrì sempre quei sentimenti di pietà che furono costanti in lui fino alla morte. Applicatosi eziandio allo studio delle patrie leggi, potè nei sostenuti Magistrali mostrare grande abilità e giustizia sì che fu reso degno di essere ascritto fra il novero dei Senatori. In effetto fino dal luglio 4730 fu eletto al Magistrato senatorio degli Atti; più volte poscia Provveditore sopra i Dazii; al Magistrato sopra gli Officii; soprale Scuole Grandi; al Consiglio dei Dieci; più volle Triumviro, e in somma fino alla età decrepita gli furono affidati i magistrali più gravi, economici e criminali della Repubblica misti co’civili e politici. In alcuni usava di assai rigore, spezialmente nell’Inquisitorato sopra Dazii col far bruciare pùbblicamente robe vietate, ancorché spellassero a suoi amici; e mandava poi lalora a quesli qualche rega- lo, onde conoscessero che non osl/mte ciò pregiava la loro amicizia; e tali altre robe invece di bruciarle, mandavate a povere chiese affinchè si riducessero a vesti sacre, e ad uso degli altari. E così pure le pene pecuniarie destinava in paite a chiese e poveri Monasteri^ e a vergognose famiglie. In tutte le sue azioni, e in tutti i suoi studi mostrava grande amore verso la patria e zelo per il maggior onore della Cattolica Religione, e l’aumento del culto divino., come chiaramente dimostrano le opere da lui pubblicate e le inedite, delle quali qui sotto daremo notizia. Soleva il Cornaro dar molto coraggio acciocché s’intraprendessero anche dispendiose fabbriche quando queste tornassero ad onore di Dio e a decoro della Città. Quindi Venezia è a lui debitrice di alcune sontuose facciate di Chiese, c massime di quella della Chiesa di San Rocco, e di quella della Confraternita della Carità. (2) E molte Chiese furono da lui beneficale con reliquie, con (ì) GIAMBATISTA patire di Flaminio Cornavo fu, come nota il Carpellari, del i6g5 Consigliere; nel ballottato Savio alla Mercanzia; e l’anno stesso sopra la materia degli Olii, ed eletto del Pre- gadi ; nel 1708 senatore della Giunta; nel i^og Consiglier del sestiere di Cannaregio. Morì li 35 Luglio 1709 d’anni 69, e fu seppellito in S. Canziano, giusta il Cappellai’!; ma veramente fu seppellito in questa Chiesa di S. Àndrea, come anche attesta lo stesso Senatore Flaminio a p. 181. del Voi. 1. Eccl. Fenetae ove parla di Elisabetta Cornaro badessa in S. Andrea, sorella di esso Giambatista e quindi zia di Flaminio. Giambatista era slato anche podestà a Bergamo nel 1(189. 11 figlio Flaminio, senza nominarlo quale proprio padre gli fa il seguente elogio nel luogo citato: Elisabeth Maria Cornelia '171 1 confirmatur 1714. Hujus frater fuit Joannes Baptista Cornelius senator optimus, qui Bergomensi praetura aliisque praeclari.s reipublicae mitneribus summa integritate et virtute administratis, magnae suae pietatis relieta Jama, oblìi i-joy (per errore di stampa 1609) die a5 iulii, in hoc tempio sepultus. (2) Per ¡sbaglio il Costadoni a p. LXXXIX delle Memorie sul Cornalo, che citeremo in appresso, dice, Jacciala della Scuola Grande di S. Rocco, invece che facciata della Chiesa di S■ Rocco,