258 S. MARTINO DI MURANO. » tagliar alcuni argini che sostengono l’acque li qual tagliati Venezia restaria » senza acqua, et vi si potria venir con lassine, ina io non intendo quel che vo-» glian dire, et che argini sian questi, et ini par un sogno : pur non ho voluto » restar di scriver il tutto a Vostra Serenità acciò che veda che animo che haveva « quel che scriveva tal cosa, et forsi quelli che li facenno consideration .et consulti » sopra. Certo è che Vostra Serenità non ha in questa Corte nessun maggior amico p (intende di parlar di se il Navagero ) nè che diffenda più le ragion sue contra » ognuno; che le terre forte che tiene et il felice silo di quella eccellentissima » città, questo fa passar molle male volontà, et tener Vostra Serenità in grandis-» simo rispetto. Se non fusse questo Vostra Serenità può pensare quel che fariano » quando anco a questo modo vanno facendo chimere,-et vanissimi pensieri sopra cose » impossibili a. (142) Il Duca di Bejar (qui dello Beger) era uno del Consiglio segreto dell’ Imperadore, ricordato per ciò anche dal Castiglione (Lettere p. 56) e altre volte dal Navagero. Chiamavasi, per quanto credo, Alvaro de Zuniga II. Dhca di Bejar, cavaliere del Toson d’oro cc. morto 1532 (Moreri li. p. 246 num. XIV.). (143) Arcivescovo di Toledo era Giovanni lavera, o piuttosto lavora de Pardo, della cui famiglia vedi Moreri (T. VI. p. 454). Uomo era poco accetto al Pontefice, però lodato pegli ottimi ufficii fatti a favore di esso, come leggesi a p. 42-45-105, delle Lettere del Castiglione. Fu promosso a Cardinale nel 1551, e morì del 4545 (Car-della IV. 425). (444) Il Marchese del Fasto, che, secondo l’uso di allora, il Navagero qui e altrove chiama del Guasto, era Alfonso d'Avalos, generale di Carlo V. in Italia, nato 1502, morto 4 546, di cui vedi la Biogr. Univers. T. IV. 21. (145) Dispaccio da Toledo 42 gennajo 4525 (cioè 4526). (146) Il re di Francia era stalo fatto prigioniero, come si è sopraccennato, a Pavia nel 24 febbrajo 4525 more romano. Quanto a’ capitoli della pace stipulata a Madrid a’44 gennajo 4526 tra Cesare e il re di Francia veggasi ciò che scrive il Guicciardini ( p. 186 edizione citala 4585 ). Questa edizioue assegnò malamente il mese di febbrajo anziché gennajo a tale stipulazione; errore fedelmente seguito anche da Giovanni Rosini nella ristampa del Guicciardini (Milano 1851 Voi. III. pag. 224). Devo però osservare che tanto nell’Appendice num. 40 dell’Archivio Storico di Firenze a. 4845 p. 140, quanto uell’allra Appendice numero undici p. 295 si dice conchiusa la pace stessa, non nel 44, ma nel 47 gennajo 4526. Veggasi la nota (155). (147) Dispaccio da Toledo 49 gennajo 1525 (cioè 1526). (148) Il Grancancelliere ricusò di sottoscrivere la capitolazione, allegando che l’autorità a lui data non doveva essere usata nelle cose pericolose e perniciose come questa, nè Cesare potè rimoverlo, e soltoscrissela egli di proprio pugno (Guicciardini I. c. p.. 487). tedi anche il Castiglione p. 27, 50, 51, e nella nota. (449) Dispaccio da Toledo 29 geEinajo 1525 (1526). In quanto alla licenza nuovamente domandata dal Cancelliere vedi anche la nota (55). (150) Francesco Comaro fu di Giorgio, dopo molti onori sostenuti, fu eletto nel 1521 Procuratore di San Marco, e del 1527 Cardinale. Una lettera di questo Cardinale Cornaro in data da Venezia 14 giugno 1528 al Montmorency sta a p. 67 del Volume IL de’ Documenti di Storia Italiana, ove dice: Ora che per la gratia di Dio et di nostro Signore io son stato assonto al Cardinalato. L’annotatore dice, apparirebbe dal Ciaconio esservi slato assunto un anno innanzi questa data (cioè nel 1527). A dir vero il Ciaconio non errò. Imperciocché il nostro Cardinale Augelo Maria Que-rini, col documento della elezione, che dice conservarsi nel Vaticano, assicura che la promozione del Cornaro seguì appunto nel giorno 20 dicembre 4527, ed aggiunge che non fu pubblicata se non se nel 19 febbrajo 1528 (p. 95 Tiara et purpura leneta. Romae 1750, 4.°). Morì del 4543, ed è quel Cornaro che abbiamo nominato