90 S. ANDREA DE ZIRADA. mai abbastanza lodalo parroco de’SS. Giovanni e Paolo, già Vescovo di Udine Monsignore Emmanucle Lodi, occupato incessantemente ad abbellire la sua Chiesa di statue e di monumenti, potè ottenere da’magazzini della quasi demolita Chiesa di S. Marina ciò che restava del deposito del Doge Steno, cioè la statua e la iscrizione, e forse qualche altro fragmento di pietra che servì ad altri usi nella Chiesa suddetta de’SS. Giov. e Pao- lo. E chiusa la porta che metteva nel chiostro, fece conficcare la inscrizione nel muro, e sottoponi la statua del Doge distesa, come si vede oggidì, soprapponendola ad un altro cassone assai rozzo, giacché di quello proprio del Doge nulla più rimaneva, sendo, come si è detto, di mattoni, foderato di marmi fiui già tutti dispersi. In quanto alle Chiavi, queste vennero posteriormente consegnate all’altro benemeritissimo delle patrie cose Monsignor Canonico Giannantonio Moschini, defunto nel 4840, il quale le collocò nel Chiostro della Salute sovra la pietra in elogio di Taddeo Volpe, di che vedi a pagine 59 della Chiesa e Seminario di S. M. della Salute in Venezia - opera di Giannantonio Moschini. (ivi 4842). E la Madonna col bambino avente un pomo in mano, che scolpita stava sul prospetto del Cassone anzidetto fu venduta molt’anni sono al mio amico il Consig. Giovanni dottore Rossi, oltre che letterato, anche sedulo raccoglitore di antichità patrie, e la serba in un suo luogo di campagna a Sant’Andrea di Barbarana nel Trivigiano. Passato tra’più il Rossi, oggidì si conserva presso l’erede suo e amico pur mio il cortesissimo signore Andrea Giudici. E 11 Codice contenente questa Veneta Storia in versi esisteva già presso il patrizio Sebastiano Foscarini, e fu veduto ed esaminato da Apostolo Zeno, che ne fa menzione ne’ suoi Zibaldoni. Esso era intitolato : Zecchiti de Veniexia della gloriosa citate de Veniexia, È in terza rima. L’autore aveva intenzione di dividerla in più trionfi, ma fluisce nel primo in sedici Capitoli, dolendosi di non averla potuta terminare per sopraggiunto accidente che da lui poscia è descritto in una ben lunga e tediosa prosa che principia: Acerbissimo caso ... e si conosce essere stato questo un accidente amoroso. La rubrica del primo trionfo è la seguente: Incomenza el primo triumpho. Como all’autore apparve in forma de dona la magnifica citade de Veniexia, e con lei el glorioso S. Marco in forma de Lione: « Era de primavera el tempo gajo » Quando del Tauro el gran pianeta cade # Con sua dolcezza aprossimando majo. Finisce : Del tuo sublime stato e Signoria. 11 Codice era in 4. del secolo XV e forse anche autografo. Lo stile ne è affatto rozzo, come quello di due o tre altre cronache Veneziane che abbiamo in terza rima; e le desinenze vi sono bene spesso false e stirate. Di quest’Opera fece già menzione anche Marco Foscarini (p. 484) ove parla degli scrittori di Venete genealogie: Vuol qui nominarsi per essere a stampa, certa operetta di un patrizio, che sotto il nome di Gechin da Veniexia, ha composti nel dogado di Michele Steno sedici Capitoli in terza rima ne3 quali ricorda nella guisa accennata fino a cento e ottanta famiglie. Ma dall'altro canto V impegno di variar ogni volta le maniere del dire e quello della rima, il rendono sospetto d’aver servilo piuttosto alla legge del verso che dell’istoria. I suddetti capitoli stanno impressi nella Parte Seconda delle Memorie isloriche della Città di Reggio di Lombardia, raccolte dal Conte Niccolò Taccoli. Parma 4748. fol. Mancando, per quanto io so, in Venezia il Codice già di Sebastiano Foscarini suc-nunciato. o altra copia, e bramando io pur di conoscere questo poemetto Zechin, o Ge-cliin da Veniexia, essendo anche qui privi dell’Opera a slampa del Taccoli; mi rivolsi alla cortesia ed amicizia del dotto Bibliotecario di Modena Antonio Lombardi ed egli mi