S. MARTINO DI MURANO. 271 » secondo si diceva, con commessione al Vicere per la liberatione del Pontefice, et » restitutione di tutte le terre et fortezze occupategli ec. » Ciò concorda con quanto dice il Navagero nel detto Dispaccio 17 agosto: « la spedition di Mons. Miliao » non è stala mandata et lui ancor aspetta in Barcellona, hora si manda per que-» sto messo ; il tardar è stato perchè hanno voluto mandar la rissojution del tutto » circa il Pontefice ; et con detto Mons. Miliao passerà anco il General di S. Fran-» cesco il qual alcuni dì sono che partì de qui per Barcellona. » E nel Dispaccio 27 settembre 1527 narrando la stessa cosa, cioè dell’ordine dato dall’ imperado» re sì che non resti■ dubbio alcuno sulla libertà sua ( del Pontefice ), dice che Cesare ciò stesso comunicava al Nuncio e agli ainbasciadori Francesi e Inglesi, aggiungendo « che Cesare non lo aveva voluto affermar prima acciocché la nuova non giu-» gnesse al papa per altra \ia che per quella per cui aveva ad andare ». Ciò malgrado Clemente VII fu tenuto prigioniero per sei mesi. Era infine stabilito il dì nono di dicembre 1527 perchè esso uscisse dal Castello in cui guardavasi, se non che diffidando egli degli Spagnuoli pensò la sera precedente fuggire travestito, e andarsene ad Orvieto ; vedi il Muratori. Annali T. XXIII. p. 78 della citala edizione. (250) Maestragr/i. Ufficii economici diretti dal Maestro o Capo, o Superiore dell’,Ordine Cavalleresco ec. Parlasi delle rendite delle Commendatorie di S. Giacomo, di Cala-trava, ed Alcantara, le quali furoao instituile per difender la Spagna dai Mori , per lo che l’Ordine di - S. Giacomo era obbligalo tener 500 lanze, quel di Cala-trava 500, quel di Alcantara 20(3 —■ « Delli Maestrali di S. Giacomo di Calatrava » ed Alcantara ha circa centomila ducali la qual somma si riduce ordinariamente » in sessanta ovvero in ottantamila » (Relazione Contarmi 1525. p. 41. Serie I. Voi. II. Relazioni. Firenze 1840 ). (251) Dispaccio da Vagliadolid 17 agosto 1527. (252) Il Segretario del Navagero era , come si è altre volte veduto , Giovanni Negro. Questo Segretario lodalo dal Navagero è pure encomiato da Gaspare Coniarmi nella sopracilala sua Relazione 1525 a p. 65-66, dicendo: » Anche il suo Segretario » Zuanne Negro è in verità molto diligente ed affezionatissimo alle coso di Vostra » Serenità; ha eziandio prudenza e buòna intelligenza, onde si deve averlo per » caro e buon servitore e quando si dia occasione riconoscerlo. » (253) Monsignor di Prato (o de Prat, o de Praet) Consigliere Cesareo, e suo Amba-sciadore in Francia, è ricordalo a p. 128 delle Lettere del Castiglione sotto il dì 27 dicembre 1526 — Quanlo poi qui dicesi dal Navagero è ripetuto dallo stesso Castiglione p. 155 e segg. 11 Contarmi nella Relazione 1525 ( p. 70 Voi. I. Serie II. Relazioni 1840) dice: » Fummo eziandio a visitare il signor di Prato ora-» loie cesareo il quale giunse in Lione lo slesso giorno, nel quale giungemmo » noi; la quale visitazione facemmo assai segreta ec. Ne corrispose gratamente il » prelato signore , e ne disse che la pace , la quale non fosse per avere alcuna » fraude, saria ottima ». È ricordato anche a p. 61. 62. del Voi. I. Serie I. delle delle Relazioni. Egli percorrea la Germania e la Italia per fomentare i popoli a pro di Cesure. È soscrillo col nome Lodovico de Flandria, nella stampa dell’Apologia che ho citata alla noia (221). 11 Navagero lo rammenta altre volte, dicendo (Dispaccio 8 marzo 1527 da Vagliadolid ) che Monsignor di Prato è partito un di questi giorni per andar a casa sua in Fiandra. {254) II ragionamento Ira Cesare e il Navagero testò riferito concorda con quanto ci lasciò scritto il Morosità ( Lib. III. p. 245 e segg. ) che trasselo dagli stessi Dispacci ond’io succintamente approfilto. Intorno poi a’più ampli poteri dal Navagero richiesti per la tratlazion della pace col Dispaccio presente da Parados 27 settembre 1527 diceva: « Mandandomi Voslra Sercnilà potere et instrutlion circa » il trattare della pace, la supplico che mi mandi la instrutlion copiosa et si chia-» ra che io non babbi da dubitar in cosa alcuna. Se io saperò la mente di V. S.