472 S. STEFANO DI MVRA1NO. vergli dello l’Ambosciadore Cesareo di non voler più venir in Colcio perche tutto quello lui diseva el sapeva i oralor di Pranza che qui è, e saria meglio la Signoria rispondesse apertamente non voler lo accordo con la Cesarea Maestà, che lenirlo su pratiche et cussi intrigalo. Appo la famiglia, che lullora sussiste in Giovanni Marini già impiegato appo 1’ I. R. Tribunale Criminale di Venezia, esistevano le Ducali del Senalo scritte al Marini e probabilmente anche le Risposte sue, sebbene di queste parecchi transunti ci abbia il suaccennato Sanuto colla solila sua diligenza conservati. Devo però notare uno sbaglio che si ravvisa nel seguente libretto : Quattro opuscoli inediti del secolo XVI pubblicali in occasione degii eccelsi sponsali del signor Conte Don Giuseppe Archinti colla signora donna Cristina dei Marchesi Trivulzio (Milano. Manici e Rivolta 1819. 8). In esso a pag. 40 trovasi in data primo luglio 1520 una anonima Relazione di Milano scritta in forma di lettera ad un personaggio pur anonimo, la quale Relazione nella Prefazione di Carlo Rosmini a pag. XI congliiellurasi poter essere del nostro Luigi Marini. Ma ell’è veramente del summentovato Iacopo Caroldo precessore del Marini. In effetto il Marini, come si è veduto, non andava a Milano se non se nell’ Aprile 1520, e dicendo nella Lettera l’anonimo scrittore sè essere sialo quaranta mesi nella legazione, non può adunque essere il Marini, che all’epoca primo Luglio 1520 non avrebbe avuto che due mesi in circa di residenza colà ; ma bensì il Caroldo perchè dalla sua elezione 2 febbrajo 1516-17 al primo Luglio 1520 erano appunto Irascorsi i 40 mesi da lui nella Lettera accennali. Inoltre abbiamo nella Marciana fra’ Codici Contariniani, 1’ autografo di quella anonima Relazione nella stessa data p.° Luglio 1520, autografo che confrontato dal chiarissimo amico mio Vicebibliotecario Giovanni Veludo con altri autografi del Caroldo, risulta essere dello slesso pugno. Cotesta osservazione io ho accompagnata fino dal dicembre 4853 al chiarissimo Cavaliere Cesare Canlù che stato a Venezia in que’mesi richiedevami non so che da inserire in una raccolta storica, ed hogli offerte alcune Notizie Veneto-Milanesi, cioè le Epigrafi esistenti o che esistevano in Venezia spettanti a famiglie o storie di Milano, e 1’ elenco degli ambasciadori o Residenti Veneti in Milano, e Fune e gli altri corredati di note ed illustrazioni. Le quali tutte cose furono dal Canlù inserite a p. 122 e a p. 152 della sua Scorsa di un Lombardo negli Arcliivii di Venezia. (Milano. 1856 8.) II. MARCO figliuolo di Antonio segretario di Senalo q. Francesco dottore, rilevasi da questa inscrizione soltanto essere stato Arcivescovo di Candia. 11 Cornaro clic lanto studiò anche intorno agli Arcivescovi di Candia, non la potè vedere questa epigrafe, e conghiettura o che sia siala consumata dal piede de’ passag-gieri o che la pietra, per qualche cagione, ne sia stata levata. ( Creta Sacra li. 62 ). Ma non potè d’ altronde trovare documento ne’ pubblici o privati Arcliivii che avvalori la notizia dataci dall' iscrizione. Egli dunque traendola dallo stesso Codice P.tlferiano, scritto circa 1630 , da cui ed io e tutti quelli che la riferiscono, soggiunge ignorarsi il tempo della elezione e della morte dell’Arcivescovo Marini. Ma ne conghiettura la elezione tra gli anni 1407 e 1408, cioè tra Nicolò Corner (eletto nel 18 ottobre 1407 che però è incerto se abbia ottenuta la Pontificia conferma) tra un anonimo che deve essere stato eletto nell’aprile 1408 /'perchè non si sa quale tra’concorrenti abbia riportato il maggior numero di suffragi ) e tra Leonardo Delfino il quale rimase eletto nel 14 settembre 1408; e poscia da Gregorio XII confermato. Ad avvalorare questa sua conghiettura il Cornaro riporta la testimonianza degli Alberi della famiglia Marini ne’ quali è nominato Antonio Segretario di Senato 1420 i cui figliuoli furono Reverendissimus Marcus Archie-piscopus Cretae, Georgius, Ambrosius et Pere-grinus. Ma questi Alberi, quanto alla dignità Arcivescovile di Marco, non fanno alcuna prova, giacché essi furono compilati nel secolo XVII, e dall’ iscrizione Palferiana copiarono la notizia della dignità di Marco, non riportando èssi alcuno documento del secolo XV contemporaneo a Marco. Inoltre è impossibile che Antonio che del 1420 assunto Segretario di Senato coniava circa 25 anni di età, potesse avere un figlio Marco che del