242 S. MARTINO DI MURANO. Voi. XXIX. p. 46), di Bertuccio Bagarolto dottore padovano ribelle anch’egli, il quale con altri nel -1509 fu appiccato in Venezia in mezzo alle colonne della Piaz-zclla, come dirò qui sotto più particolarmente. Nell’agosto 1521 era a Bruges incaricato di affari dal Marchese di Mantova a Cesare (*), ed ivi pure era 1’ altro ribelle Achille Borromeo; anzi in quél mese fu dai nostri intercettata una lettera dal Bagarollo indirizzala al Marchese, e fu consegnata al Segretario Marini acciò potesse regolarsi circa il pagare i Grigioni. Altre Lettere sue nel 1523 datate da Vagliadolid vennero scoperte, e molte cose da quelle furono conosciute Circa le occorrenze di allora; delle quali Lettere varii brani ci conserva nei suoi Diarii il Sanulo (**). Abbiamo memoria anche di un cotal suo progetto fallo allo Impera-dore nel 1524 per riavere i ^beni confiscati de’fuorusciti ; progetto che non venne accolto. Cotcsta restituzione -era pure dal Bagarolto richiesta nel luglio 1530, ma sempre inutilmente, malgrado vi si interponessero 1’ Orator Cesareo in Venezia, e desidcrassela l’Imperadore. Soltanto colle Ducali a Gasparo Contarmi Oratore in Roma in data 29 novembre 1529 scrivevasi questo: Piacciate come da vai intendere a V. Antonio Bagarolto et altri (fuorusciti) che de li se ritrovano che se venivano alla presentia nostra conoscerano la benignità nostra. Egli è a credere che uon ci sieno mai venuti, e che le cose sul loro conto rimanessero come prima. Ma egli intanto aveudo seguito Carlo V. in Germania, Ungheria, e in Africa, come suo Consigliere, e capitano nelle imprese di lui, salì in grande stima, e molti onori ebbe, come narra lo Scardeone, finché morì nel 1555 li 10 dicembre in Milano d’anni setlantanove, e vi fu con ogni magnificenza funebre seppellito (Scard. Lib. IL p. 188). Ma poiché ho toccato di sopra della morte data a Bertuccio fratello di Antonio'Bagàrvtto, piacenti di riferire quanto su lui e su altri padovani ci narra il Saniito in questa parte inedita all’anno 1509. — Entrale al possesso di Padova le truppe alemanne comandate da Leonardo Trissino nel 5 giugno 1509, molti de’cittadini di quella, abbandonata la Signoria Veneziana, si diedero al partilo Cesareo; e fra questi furono Achille Borromeo che nel giugno stesso vi girava armato con sue genli, eh'erano de’ Sanguinacci, de’ Zacchi, da'Mussali, ed altre; e Alberto Trapolinq, e Lodovico Conte, e Jacopo da Lion, e spezialmente Bertuccio Bagarotlo dottore in legge, clic nel maggio precedente era sialo chiamato a Venezia a consulta insieme con Francesco de’ Dottori e Pietro da Trezzo per dir loro opinione sul breve di scomunica fulminalo allora contra i Veneziani da Papa Giulio II. Ed essendosi da’ padovani eletti a ino’ di provvisione sedici deputali, o magistrali, al governo della città, furon di questi il Conte, il. Trapaliti, il Bagarotto che chiama-vasi deputalo ad utilia. Sapevasi però che nel 5 giugno il Trapolino erasi espresso con gran calore nel Consiglio de’sedici,, di voler seguir le parti della Signoria; ma convinto dalle ragioni addotte da Marcantonio Mussato o cambiò d’ opinione, o slava ancora in forse. Frattanto il provvcdilore Andrea Gritli ricevette nel luglio susseguente alcuni di quelli che vollero innanzi a lui discolparsj, e fra questi fu il Bagarolto; ma non accettate le giustificazioni, furono cautamente guardali. Se non che avendo i nostri la sera del 18 luglio 1509 preso il Castello, furon ritenuti Alberto e Roberto Trapolino, e Lodovico Conte, sendosi alcuni salvali colla fuga. Ed essi cd altri furono nel 22 stesso mandati da Padova in Venezia, e posti nella (*) 31 chiarissimo sig. Conte Carlo d’Arco, scorrendo un elenco di quelli che furono spediti da’Gon-zaga ambasciadori nelle Spagne dal i5a^ al i5a8, trovò descritti i nomi di Antonio Rogarono e di Giacomo òuardino (che comunemente chiamavasi il Suardino ó Scardino), e ciò negli anni i5»4 e *527. (**) In una di questo Lettere da Vagliadolid aG genRajo i523 al Marchese di Mantova gli dava notizia di una burrasca di mare sofferta da una caravella che partiva da Vagliadolid nella quale erano gli Oratori Cesarei inviati nell’Elvezia, ed eravi pure messer Piero nepote del gran Canzelliero che andava a star con la eccellentia del Duca di Milano. Or in quella burrasca restò sommergo il nepote del gran Canzelliero, e altri. Ciò avvenne nel giorno 2 del gennajo stesso. Altre notizie aggiungeva dell’ ammutinamento dell’Isola di Majorici«. — 11 Gran Cancelliere era il Gatlinara.