S. MARTINO DI MURANO. 297 inscrizioni antiche ne vide in Ossuna (Viaggio tli Spagna, dui». XLi. ) in Granala ( num. LXII. ) in Marios (mini. LXIV.) in Jahen (mini. LXV. ) in Vozza ( mi in. LXXXVI. ) cillà Uilte della Spagna (*). In Sanie capitale della Sqnlongia in Francia osservò sopra il fiume Cheranla (Viaggio in Frauda mini. XIV. ) l’ureo dei ponte e i frammenti eli’ egli copiò di due inscrizioni romane postevi. In Italia alquante ne vide a Susa (Viaggio in Francia mini. XXXV.), e massimamente quella dell’ arco creilo colà dietro il Caslello, copiata e poi illustrala dal March. Maf-fei ( Istoria Diplom. Lei», pocni. p. XIV. ) il quale notava che il Navagero fa il primo ad osservare sì raro monumento. Abbiamo d’altra parie notizia che il Na-vagero avea comunicala al Bembo ima epigrafe da esso scoperta a Panna clic comincia 1). M. L. AEMILl VICTQRIS. (Vedi Grillero p. DXIX. num. 3.) (**) — Quanto ad altre antichità, a l’oiliers vide un anfiteatro minato, di cui però alcune parti rimanevano tuttavia in piedi ( Viaggio di Francia num. XVI. ). Presso Lione osservava gli avanzi di un aulico acquidollo e di altre antichità ( ivi nuni. XXIX. ). Esaminando l’aulico Antiteatro presso a Siviglia confutava l’opinione che ivi fosse anticamente quella Città (Viaggio di Spagna num. XXXIV.). Notò eziandio il sito ov* era la vetusta Sagunlo e le ruine e i sassi antichi con iscrizioni che pur .si vedevano (Viaggio di Granala a Salses num. II.).— In quanto alla Storia moderna parla della Università erclla in Alcaià dal Cardinale Francesco Ximenes, e della ricca Biblioteca ch’egli vi aggiunse (Viaggio di Spagna num. XVII!.). Avverte che in Blais (Bluis) è la libreria de’ duchi di Milano clic soleva esser nel Castello di Pavia, la quale portò il re Aluigi d’Italia quando tolse lo Slalo^ol duca Lodovico (.Viaggio di Francia num. XX.) (***) —Riguardo poi alla Storia naturale, aJl’agri-collura, alla botanica ec. il Navagero fu il primo ad indicare le proprietà dcll’//na-nas, e a commendarne il vario sapore (Viaggio di Spagna mini. XXXVII. ) (****). (*) Un Codice cartaceo in fol. del secolo XVI. esistente nella Collezione Copiarmi, ora nella Marciana, nuin. CCLX. classe XIV. de’latini contiene Ira altre composizioni erudite: /Viria diversaque epi-lophia variis lucís reperto, et primo in Híspanla. Il Morelli che esaminollo prima rii me, ne’suoi Zibaldoni chiede — Ari JYaugerius eas Feneliàs attuili? giusta domanda sapendosi l’amicizia del iNavageio c del Sanuto cui spettava cjiiesto Codice, e che di suo pugno le trascrisse ss Queste epigrafi sono centotrenta, le più trovale in Tarragona, Sagur\to, Valenza, Malaga, Aragona, Salamanca, Cordova ec. Troppo lungo sarebbe qui trascriverle, quand’anche si sapesse di certo che il Navagero le avesse raccolte. Basii aver ciò accennalo a norma dei Raccoglitori delle Epigrafi nella Spagna scoperte. (’*) ¡Nel (ìrutero si legge: reperla Pannae et ab Andrea Ñ augerio Cl'jXXIV (cosi) invece di crjDxxiv) inissa ad Bembum. Ponil eam Piglili mi. Anseimi. (***) Ciò è accaduto nel i5oO allorché Luigi XII. fc, tir Francia succes-ore di Carlo Vili, invase tutto il ducato di Milano, già retto da Lodovico Storia detto il Moro. Stefano li roventano'nel? Istoria della antichità, nobiltà e delle cose notabili della Città" di Pavia. (Ivi. lJartholi. i5-o 4“) a P-ia, dice che il Castello o Palagio era una delle belle fabbriche antiche che si potesse vedere -, che v’eia una copiosa libraria delle più belle che a quei tempi (cioè del secolo XV. e XVl.) si potessero vedere in Italia i cui libri erano tulli di carta pecorina sentii a mano con bellissimi caratteii e miniali ec. in numero di tjio, come da un repertorio presso l’Autorc; dice che Urlio fu distrutto al tempo che fu preso Ludovico Sforza duca ili Milano che fu agli anni della nostra salute cinquecento sopra mille el hora non si vede ec. — Similmente Carlo de Rosmini nell’Istoria di Milano libro XVI. p. aB5. ( Milano iSao 4“) dice: Ma il danno maggiore a cui soggiacque quella illustre Cita (Pavia mi i Soo ) fu la pentita delta sua libreria, ricca d'antichi e preziosi Codici d'ogni maniera che per ordine del Re (Lodovico XII) fu trasportata in Francia. (* *’) Tanto nelle stampe, quanto nelli Codici mio num. G