S. MARTINO DI MURANO. 209 ili locuzione o lume di eloquenza; il perchè io ne terrò, come nel Viaggio, la ulililà dal Iat° delle cose narratevi con pura e semplice sposizione. Ccn l’ajuto peraltro delie Lettere stesse polrebbesi supplire varii luoghi del Viaggio almeno fino all’epoca a cui esse giungono (321). Dalle cose fin qua esposte è facile V immaginare quali estese relazioni, e quali dotte amicizie avesse e coltivasse il Navagero. Aldo il vecchio di cui era compare (322), Bartolommeo Liviano (323), Giambalisla Ra-rnusio, Gaspare Contarmi, Baldassar Castiglione, Giambalisla e Raimondo fratelli Torri o della Torre (324), Janjacopo Bardoìone mantovano (325), Cristoforo ed Angelo Gabrieli (326), Nicolò Tiepolo (327), Agostino da Pesaro (328), Paolo da Canale (329), Giovanni Cotta, Girolamo Fracastoro, Pietro Bembo, Cornelio Castaldi, Francesco d’Asoia, Picrio Valeriano, Barlolommeo Ricci, Cristoforo Longolio, Jacopo Sannazaro, Agostino Beaziano,. Vettor FaustOj Girolamo Ne-grOj Marcantonio Michiel ed altri (330), facevano certamente parte de’ più dotti e distinti amici, o lamiliari,' o conoscenti del Navagero o in Ispagna o in Venezia, taluni de’quali o recavansi a lui nella tanto decantala e deliziosa città di Muranoove, come si è detto^ aveva abitazione il Navagero, cui carissimo era non meno 1’ altro sito di Selva villa della Marca Trivigiana (531); o egli stesso appo di loro recavasi nella Veneta Terraferma, come iu Pordenone, in JuiaiiOj sul lago di Garda, a Montebuldo ec. e in questi luoghi teneansi a vicenda erudite e piacevoli conversazioni e ragionamenti (332). Uno de’ detti suoi più cari amici, cioè Giambatista Ramusio, volendo rinnovare la memoria del Navagero estinto ottenne nel -1551-1552 di poter collocare la immagine di lui e dell’altro comune amico Girolamo Fracastoro, ambe fuse in bronzo, m uno de’ più cospicui sili della cillà di Padova (353). Ritratto poi ad olio aveva >1 Navagero nella Sala del Maggior Consiglio di ’Venezia (334) e altri altrove (335); e pm i.»rdi fugli eretta statua marmorea Prato della Valle in Padova per cura ■ -Nicolò Erizzo I. cavaliere e procuratore dl San Marco'(336). Sebbene siasi finora nelle azioni del Na- vagero innestata anche la notizia degli scritti suoi, nondimeno se ne riassume (pii l’elenco, acciocché a colpo d’occhio appariscano,, riportandoci alle annotazioni chi: gl’illustrano, ciò per amore di brevità, e per causar ripetizioni. Divideremo quindi in edito, inedite,, o male attribuite le opere sue. Opere edite latine del Navagero. I. Epigramma nell’Ovidio de Trislibus 1498 (nota 298 num. I.). II. Correzioni al Quintiliano. Aldus 1514 (nota 14). III. Correzioni all’Opere .retoriche di Cicerone. Aldus 1514 (nota 14). IV. Correzioni al Virgilio. Aldus 1514 (nota 15). V. Correzioni al Lucrezio. Aldus 1515 (nota 1*6 ). VI. Varie Lezioni all’Ovidio. Aldus 1515-1516 (nota 17). VII. Epistola intorno a Terenzio. Aldus 1517 (nota 25). VIII. Lettere o prefazioni alle Orazioni di Cicerone. Aldus 1519 (noia 26). IX. Correzioni ali’Orazio. Aldus 1519 (nota 27 ). X. Orazione in morte di Bartolommeo Liviano 1515 (nota 19). XI. Orazione in morte del Doge Leonardo Loredano 1521 (nota 28). XII. Versi intitolali Lusus 1530 (note 298 usque 510 inclusive). Opere edite italiane (hi Navagero. XIII. Piime 1545 ec. ("nota 313). XIV. Viaggio in Ispagna e Francia 1563 ec. (nota 319-320). XV. Lettere volgari al Ramusio 1556 ec. ( nota 321 ). Opere inedite del Navagero. XVI. Selve latine ad imitazione di Stazio ( nota 298. a. e 305). XVII. Orazione in morte di Catterina Cor-naro 1510 (nota 12). XVIII. De venatione libri duo in verso eroico (nota 298).