S. ANDREA DE ZIRADA. 427 al numero XXVII. (1) E nel mss. Coleti, che qui nella sottoposta annotazione citiamo, leggesi eziandio: anno 4475 die III iunii habemus Bartliolomaeum locasse Piscarias Lemi, ex Documento memorati Parentini Archivi. Malgrado ciò, non so indicare quale dei diversi Bartolomei inseriti negli Alberi Bar-barighi sia il nostro. È certo bensì che del secolo XIV e XV esisteva nella contrada di s. Margherita (DE CONF. S. MARGHERITAE) la famiglia BARBARIGO, leggendosi anche nel Galliciolli (T. II. p. 458) che sier Zuanne Barbarico qu. sier Ansolo fu uno de’con-tributori per la guerra di Ghioggia notati nella contrada di s. Malgarita. 25 IN HOC TVMVLO IAGET GORPVS DNÌ AN-DREAE GHIRARDO CONFIMI S. PANTALEO- m dnT zacgariae olim filii qvi svis QVOQ. IIAEREDIBVS CONSTRVCTVS EST. MCCCCLXXII. DIE P. MENSIS FEBRVARII. Il Palfero ha serbata questa memoria. Negli alberi de’patrizii GIRARDO o GIIE-llARDO, o GERARDO non trovo del secolo XV alcuno individuo che corrisponda a quelli qui nominati. Avvi bensì più d’uno ANDREA, ma nessuno è figliuolo di ZACCARIA. V’è Andrea figlio di Francesco 4384 da s. Fosca il qual Francesco fu fatto nobile pei soccorsi prestati alla Repub. nel tempo della guerra di Chioggia. V’è un altro Andrea figlio di un altro Francesco il qual Francesco fu fratello del patriarca di Venezia e cardinale Maffeo Girardo ; nè vi è alcun Zaccaria ; sebbene gli antenati di questa casa patrizia lino dal 4294- 4346 abitassero nella contrada di SAN PANTALEONE, come i due individui nell’epigrafe ricordati. Cosicch’ io conchiuderei che essi non sono della linea patrizia. Fra le cittadinesche poi avevamo varie case col cognome GIRARDI, e se ne è già parlato in quest’ Opera più volte. 26 IO ANNI ARMANO POLAE EPISCOPO MONV-MENTVM HOC IN MEMORIAM VIRI INNOCENTISSIMI ET FAMILIAE PERANTIQVAE AC DE VENETA REPVBLICA EXGELLENTER MERITAE POSTERI EREXERE POSTERIS BENE PREGANTES. Dal Palfero. GIOVANNI dottore, f„ di Bortolo q. Giovanni DREMANO vescovo di Pola nel 4469 ignoto all’ Ughelli che di quei vescovi tratta nel volume quinto deWItalia sacra, fu posteriormente conosciuto da un documento scritto in membrana ; documento scoperto nel 4742 dal vescovo di Pola Giuseppe Maria Bottari in una capsula di piombo contenente reliquie nella Chiesa Cattedrale di quella Città. In questo documento leggesi che quell’ aitar maggiore fu consacrato da GIOVANNI DREMANO dottore de’decreti e vescovo Polense nell’anno 4469 indizione 44, il giorno 25 giugno. II Dremano aveva di consenso de’PoIensi murate e nascoste quelle reliquie, fraile quali era del Sangue Prezioso di N. S. G. C., della sacra spina ec., e il Bottari, riconosciutele, le collocò sopra 1’ aitar maggiore della Cattedrale entro una nuvola di pietra con raggi dorati, siccome leggo in un mio codice numero 907 del secolo scorso, contenente varie notizie intorno a Pola. Dietro tale scoperta Giandomenico Coleti ne fece menzione nei supplimenti manuscritti inediti all’ Ughelli, che stanno nella Marciana, e giustamente conghiettura che il cognome DREMANO sia lo stesso che ARMANO che leggesi in questa sepolcrale memoria, non trovandosi altro vescovo di Pola di tal cognome, e potendo esser corso errore o nell’artefice che scolpì la pietra, oppure nel documento scritto da Giovanni de Gambara cancelliere del vescovo (i) Che la data della Bolla di Sisto IV sia XII hai. febr. cioè ai gcnnajo e non già come leggesi nelle giunte mss. fatte dal Coleli all’ Ughelli T. V. Parte li, ove de’Vescovi Parentini (Codice Marciano), non è a dubitare si per la testimonianza del Cardinale Gianfrancesco Barbarigo, sì per il materiale confronto, che sendo stato Sisto IV eletto sommo pontefice nel 9 agosto ifai, non poteva certamente emanare una Bolla prima di esser papa in data ai gennaro A tenore di questa ossei vazio-vegga il Cappelletti se ha bisogno di mutamenio quanto egli ha detto a p. 796 del Fascicolo ì^G delle Chiese d’Italia, ove ragiona di quella di Parenzo.